Ben ritrovati. In questo articolo torno a parlare di libri, ma
stavolta tutti di un singolo autore, il genio britannico dell’horror Clive
Barker. Diversi anni fa, sulle copertine dei suoi libri, si trovava spesso un
annuncio tipo “Ho visto il futuro dell’horror, il suo nome è Clive Barker,
firmato Stephen King”. La mia memoria può ingannarmi sulle parole esatte ma il
senso era quello e venir presentati in questa maniera, beh, genera delle
aspettative piuttosto elevate. C’è da dire, ad onor del vero, che Stephen King
non ha mai rinunciato al suo trono, il re dell’horror è vivo e vegeto (a proposito,
quest’anno compie 70 anni, auguri!) e, soprattutto, ancora incredibilmente
prolifico come scrittore. Clive Barker, invece, scrive molto più a singhiozzo e
si può anche affermare che abbia già dato il meglio di se. Resta il fatto,
però, che Clive Barker è uno scrittore straordinario, le sue storie horror sono
un qualcosa di unico: inquietanti, malsane, terrificanti, affondano dentro il
lettore come un coltello nella carne. Definirlo uno scrittore horror, però, è
estremamente limitato: Clive Barker è un artista completo. Nella sua carriera
ha scritto fumetti, libri per ragazzi (la saga di Abarat), è stato disegnatore
e illustratore, ha scritto diverse sceneggiature di film tratti dalle sue opere
e in un paio di casi è stato anche regista cinematografico (Hellraiser, Cabal).
Il film “Hellraiser”, in particolare, è il suo capolavoro, un horror di razza
come non se ne sono mai visti, da ragazzino ne ero letteralmente terrorizzato.
Il personaggio di Pinhead, il capo dei Cenobiti, è ormai così famoso da essere
diventato a tutti gli effetti parte della cultura popolare, immortalato su
magliette, tazze, pupazzetti e tantissimi altri oggetti.
In questo articolo voglio parlarvi di una delle sue opere più famose,
i “Libri di Sangue”, ma mi sembrava ingiusto non fare prima un ritratto, sia
pur molto sbrigativo, di questo autore geniale e poliedrico. I “Libri di Sangue”
(Books of Blood, 1984-1985) sono una raccolta in 6 libri di racconti horror.
Sono stati pubblicati in Italia dall’editrice Sonzogno fra il 1988 e il 1997 ma
si tratta di un’edizione non più reperibile. I primi due libri sono stati
ristampati recentemente (nel 2011) da Castelvecchi ma l’editore non ha
proseguito la serie. Per metterci sopra le mani dovete ricorrere al mercato
dell’usato oppure, molto più sbrigativamente, al formato digitale. I racconti
dei “Libri di Sangue” non hanno un tema comune, alcuni sono macabri, altri
splatter, altri quasi onirici, alcuni quasi divertenti. Il primo racconto del
primo libro (e l’ultimo dell’ultimo libro) forniscono comunque una cornice in
cui inquadrarli: si tratta di storie di defunti, scritti a sangue sulla pelle
di un medium che si vantava della sua capacità di parlare con i morti. Tale
vanto era assolutamente infondato e, per vendicarsi, i morti decidono di usare
il suo corpo come tramite, incidendo a sangue le loro storie sulla sua pelle.
Farvi un resoconto di ogni singolo racconto è impossibile ma al tempo stesso
non mi va neanche di raccomandarveli tutta sulla fiducia. Perciò ho deciso di
soffermarmi su un singolo racconto per ognuno dei sei libri, così che potrete
valutare da voi se Clive Barker fa al caso vostro.
Il primo racconto è “Macelleria Mobile di Mezzanotte” (The Midnight Meat
Train), da cui è stato anche tratto un film nel 2008, “Prossima fermata – L’Inferno”,
con Bradley Cooper e Vinnie Jones. C’è un assassino che si aggira nella
metropolitana, fa a pezzi le persone e le macella come se fossero bestie. Un
giovane giornalista, da poco giunto a New York, scopre quello che sta
succedendo e decide di indagare. Scoprirà che l’assassino è protetto ai più
alti livelli politici e che le persone fatte a pezzi vengono date in pasto ad
oscure creature che vivono nel sottosuolo della città. Il giornalista si
troverà infine faccia a faccia con l’assassino e le creature e dovrà fare una
scelta molto importante. Dal secondo libro abbiamo “La sfida dell’Inferno”
(Hell’s Event), un racconto a tratti comico. La storia parla di una maratona di
beneficienza che non è quello sembra: alla gara partecipano anche dei demoni
sotto mentite spoglie e se uno di loro riuscisse a vincere, l’Inferno si
spalancherebbe sulla Terra. Ovviamente l’Inferno vuole vincere a tutti i costi
e, uno dopo l’altro, riesce a mettere fuori combattimento gli atleti “normali”,
del tutto ignari di cosa sta succedendo. Si arriva così alla volata finale fra
il corridore dell’Inferno e l’ultimo umano in gara ma non sarò certo io a dirvi
chi vincerà. Il terzo racconto è “Testacruda Rex” (Rawhead Rex), da cui è stato
tratto, nel 1986, l’omonimo film. In un tranquillo paesino inglese di
provincia, un agricoltore smuove un pesantissimo macigno nel suo campo,
risvegliando una creatura antica e bestiale, il Testacruda. Questi è una sorta
di umanoide primitivo, dalla testa assurdamente grossa e con una mascella piena
di zanne altrettanto sproporzionate. Il Testacruda brama la distruzione e il
massacro e comincia subito ad attaccare gli ignari abitanti del paese. Ci sono
morti e mutilazioni, non vengono risparmiati neanche donne e bambini. Il prete del
paese, analizzando le antiche leggende, capisce con quale creatura ha a che
fare e come fermarla ma viene ucciso. il testimone viene preso da un manager di
Londra che ha visto suo figlio divorato vivo dalla mostruosa creatura e ora
brama vendetta. Lo scontro finale è violentissimo ma alla fine il Testacruda
viene sconfitto. Molto breve e bizzarro è il quarto racconto, “Vade retro, Satana!”
(Down, Satan). Un ricchissimo magnate ha perso la fede e pur di tornare a
parlare con Dio è disposto a tutto, persino a creare un inferno vero e proprio
sulla Terra. Grazie ai suoi soldi costruisce in Africa una sorta di casa degli
orrori, allo scopo di evocarvi Satana e, così spera, anche Dio, nel tentativo
di fermarlo. Le cose non andranno come spera ma il massacro è assicurato. Come
ho detto, il racconto è molto breve, più che narrare gli eventi questi vengono
raccontati come se fosse un articolo di giornale, ad eventi conclusi. Resta
però il fatto che l’idea di fondo è terrificante e geniale, se ci facessero un
film sarebbe qualcosa di clamoroso. La storia “Nella Carne” (In The Flesh) ci
porta in un penitenziario, dove un ragazzo appena arrivato viene messo nella
stessa cella di un veterano. Il ragazzo ha commesso dei reati allo scopo di
farsi mettere in carcere: in quella stessa prigione, diversi decenni prima, era
stato giustiziato suo nonno, per aver massacrato la sua famiglia. Il ragazzo ha
dei poteri particolari, gli stessi che aveva il nonno, non ultimo quello di
poter parlare con il suo avo. Quello che non sa ancora è che il suo avo vuole
tornare in vita, scambiando il suo posto nella città dei morti con quello del
nipote. Il suo compagno di cella capisce tutto e cerca di aiutare il ragazzo ma
forse è troppo tardi. Chiudiamo con “L’Ultima Illusione” (The Last Illusion),
da cui è stato tratto nel 1995 il film “ll Signore delle Illusioni”, diretto
dallo stesso Clive Barker. Un illusionista muore in circostanze misteriose, nel
suo testamento c’è scritto che il suo cadavere non deve essere lasciato
incustodito fino alla cremazione. La moglie dell’artista ingaggia un detective
privato, con esperienza dell’occulto, per questo strano compito. Vegliare una
salma sembra semplice incarico ma ovviamente non lo sarà affatto: l’illusionista
era un vero mago, con veri poteri magici, ottenuti grazie ad un patto col
diavolo, che ora reclama la sua anima. Il povero detective dovrà scontrarsi con
orribili demoni per salvare l’anima del suo cliente, fino all’incredibile
finale quando il morto tornerà in vita, per pochi secondi, per il suo numero di
magia più straordinario di sempre.
Spero che questi racconti vi abbiano stuzzicato,
sollecitando la vostra immaginazione e lasciandovi con il desiderio di leggerne
altri. Se amate l’horror, provate anche Cabal e Schiavi dell’Inferno; se vi
piace il fantasy, provate la saga di Abarat, nasce come libro per ragazzi ma è molto
di più.