Immaginate di essere in una libreria, come Feltrinelli o Arion. Siete
alla ricerca di un nuovo libro fantasy per questa estate, qualcosa da leggere
sotto l’ombrellone o in montagna. Vi dirigete allo scaffale dedicato al fantasy
e vi mettete a cercare ma con disappunto scoprite che tre quarti dei ripiani
sono occupati da libri di Tolkien o del Trono di Spade. E il resto? Qualche
libro della regina italiana del fantasy Licia Troisi (buoni solo per accendere
il fuoco), qualche titolo sconosciuto con la fascetta gialla dove si dice
quanto ha venduto in un certo paese oppure che da questo libro è tratto un (pessimo)
film di prossima uscita e … basta. Questa è la desolante situazione del fantasy
nelle librerie italiane, pochi titoli famosi proposti in cento formati diversi
(basti vedere le infinite ristampe del Trono di Spade) e poco altro. Nessuno
vuole mettere in discussione mostri sacri come Tolkien o George R.R. Martin ma
se uno li avesse già letti e volesse provare altro, cosa deve fare? Ci sono
diverse possibilità ma quella che vi suggerisco è di leggere questo articolo
(lo so, sono di parte) in cui vi consiglierò titoli fantasy meno noti al
pubblico generalista ma comunque di alto livello. Questo articolo, nelle mie
intenzioni, sarà il primo di molti, una rubrica a cadenza variabile dove
recensire e consigliare libri fantasy diversi dai soliti titoli.
Una piccola premessa: non esistono (quasi) più libri fantasy singoli,
ormai si parla sempre di saghe e questo vuol dire almeno una trilogia (se va
bene). E’ sconfortante e profondamente commerciale ma questi sono i fatti. Ho
cercato in lungo e in largo libri fantasy singoli ma, salvo l’eccezione di
Elantris (già recensito da me qui), non ho
trovato nulla quindi, miei cari lettori, sappiate sin da subito che, se volete
il fantasy, dovete mettere nel conto di leggere non meno di due o tre libri per
avere una storia unica.
Andiamo dunque a cominciare e lo facciamo con la saga “Terra Ignota”
di Vanni Santoni. La serie si compone di due libri: “Risveglio” (2013) e “Le
Figlie del Rito” (2014), più un prequel stand-alone “L’Impero del Sogno”
(2017). La storia è ambientata nelle Terre Occidentali, governate da una
Imperatrice che però non si vede mai nella storia. L’Imperatrice è servita da
alcuni cavalieri, una sorta di tavola rotonda che però, per via di alcune
vicende, viene corrotta dal male. Spinti dal Gran Maestro del Cerchio
d’Acciaio, noto solo come H.H., questi malefici cavalieri iniziano una campagna
di conquista su tutte le terre, portando morte e distruzione ai confini
dell’Impero. Sono alla ricerca di alcuni artefatti mistici con cui celebrare un
particolare rituale. Questo rituale era già stato celebrato dal precedente Gran
Maestro ma si pensava non fosse riuscito e i pochi cavalieri rimasti fedeli al
bene alla giustizia avevano provveduto a nascondere gli artefatti. Il rituale,
che doveva servire a far rinascere l’Imperatrice dalle sue spoglie, ha invece
avuto successo, ma in maniera parziale: il potere unico dell’Imperatrice è ora
diviso fra quattro bambine, nate lo stesso giorno del rituale. Inutile dire che
tali ragazze hanno capacità incredibili, come forza e agilità potenziate,
enormi capacità magiche e curative etc. I romanzi si focalizzano in particolare
su una di queste ragazze, che alla fine della storia avrà il fato del mondo
nelle sue mani, Ailis. Una storia di formazione, quindi, ma non solo, innestata
su uno scenario fantasy che si distacca dai cliché nordici. Terra Ignota pesca
a piene mani dall’immaginario fantasy italiano e medievale, senza trascurare
suggestioni dal ciclo arturiano. Pur non volendo dire altro sulla storia vera e
propria per lasciare al lettore il gusto di scoprirla, posso assicurarvi che
non mancano epiche battaglie e colpi di scena. L’intreccio narrativo si
mantiene vivace in entrambi i libri; il finale, invece, risulta un po’
affrettato, forse troppo aperto; sarebbe bello se Santoni decidesse di
riprenderne il filo. A dir la verità, l’autore è tornato sulla saga ma non per
andare avanti, bensì indietro, con un prequel che racconta le origini
dell’Imperatrice. “L’Impero del Sogno” è un libro molto interessante ma il suo
collegamento con la saga principale è labile, senza considerare che si tratta
di un urban fantasy (ambientato nell’Italia del 1997), quindi decisamente
distante dalle atmosfere di Terra Ignota. Mi sento di consigliarvelo perché è
un ottimo libro ma se state cercando un fantasy tradizionale o connessioni con
la storia degli altri due potete anche lasciar perdere. Se decidete di leggerlo,
fatelo dopo Terra Ignota, solo così vi saranno chiari i pochi collegamenti.
Passiamo adesso ad un’altra saga, la trilogia di Mistborn di Brandon
Sanderson. E’ composta dai romanzi “L’Ultimo Impero” (2006), “Il Pozzo
dell’Ascensione” (2007) e “Il Campione delle Ere” (2008). Il primo romanzo è
quasi autoconclusivo, poiché risolve completamente la storia presentata. Se
decidete di proseguire, dovrete farlo fino alla fine, perché sebbene anche il
secondo romanzo riesca a chiudere la trama, lascia però in sospeso diverse
questioni che un lettore con un minimo di curiosità non può che cominciare
subito a leggere il terzo. Per vostra fortuna non c’è solo la curiosità a
portarvi avanti perché la saga di Mistborn è davvero spettacolare. E’
ambientata nell’ultimo impero, un regno governato da un monarca ritenuto
immortale da oltre 1000 anni, quando il Lord Reggente (così si chiama)
sconfisse un antico male e salvò il mondo, ottenendo poteri straordinari.
Purtroppo il Lord Reggente è anche un sanguinario tiranno e governa con pugno
di ferro: da una parte ci sono i nobili, dall’altra gli skaa, gli schiavi,
obbligati a lavorare nelle piantagioni o nelle miniere, sfruttati come bestie
ed uccisi se solo osano guardare storto i loro signori. Anche i nobili però
devono essere messi in riga, per fare questo ci sono gli Stipulatori,
direttamente alle dipendenze del Lord Reggente, il loro scopo è sovrintendere
ad ogni contratto dei nobili, senza il loro avallo nessun atto ha validità
legale. I più temibili servitori del Lord Reggente sono però gli Inquisitori
del Culto d’Acciaio, l’unica religione ammessa nell’impero che ovviamente adora
lo stesso sovrano. Gli Inquisitori sono degli allomanti eccezionali, cioè una
sorta di maghi in grado di ottenere potere dai metalli. L’allomanzia consiste
nell’ingerire piccole sostanze metalliche, quindi “bruciarle” all’interno dei
corpi per ricavarne poteri incredibili come spingere o tirare metalli,
potenziare la forza fisica e la rigenerazione, percepire fonti di metallo,
sopprimere o intensificare emozioni e addirittura prevedere le mosse del nemico
guardando nel suo futuro. Gli Inquisitori sono molto potenti ma non sono nulla
in confronto al Lord Reggente, che è certamente l’allomante più potente del
mondo, la sua presenza è in grado di generare paura e rispetto divino,
schiacciando a terra persino il più coraggioso, togliendo subito ad ogni
esercito la capacità di combattere. I poteri allomantici sono rari e posseduti
solo dai nobili; per evitare che si diffondano fra gli skaa, le crudeli leggi
dell’impero impongono ai nobili di uccidere le concubine skaa con cui
intrattengono rapporti sessuali. Ogni tanto qualche skaa sfugge a questa sorte
e i figli manifestano poteri allomantici. Protagonista della saga è Vin, una
ladruncola di strada che viene reclutata da una banda di allomanti skaa,
guidata da Kelsier, il cui scopo è provocare una ribellione nell’ultimo impero.
Vin ha poteri allomantici ma li usa in maniera inconscia; Kelsier però se ne
accorge e la prende sotto la sua ala, insegnandole ad usarli e a controllarli,
facendo di lei una “mistborn” eccezionale. Il primo volume racconta la
ribellione contro il Lord Reggente mentre i due seguiti sono dedicati alle
conseguenze della rivolta. Per evitare spoiler mi fermo qua. I punti di forza della
saga sono nei personaggi, nella loro vivida caratterizzazione,
nell’ambientazione e nella stessa allomanzia. I mistborn hanno poteri
eccezionali, da soli possono vincere decine di persone e i combattimenti fra di
loro sono alla stregua di quelli fra super eroi. Nei fantasy ci sono sempre
combattimenti ma è difficile trovare autori che sappiano descriverli bene,
senza scadere nel generico. Brandon Sanderson li descrive con minuzia, facendo
sentire al lettore ogni colpo, ogni mossa, ogni tattica volta a surclassare
l’avversario.
Chiudo la rassegna con il romanzo di esordio di Nicholas Eames “I
Guerrieri di Wyld: l’orda delle tenebre” (2017), pubblicato in Italia
dall’editore Nord. Lo scrittore deve conoscere parecchio i giochi di ruolo
perché la loro influenza nel romanzo è nettissima, così come un certo umorismo
e distacco ironico tipico dei narratori moderni. In un mondo fantasy dove le
compagnie mercenarie sono venerate come rockstar, un’orda di creature malvage
sta per distruggere la città di Castia. A difenderla c’è Rose, la figlia di
Gabriel, l’ex capo di una banda di avventurieri molto famosa. Il tempo passa
per tutti, però, e Gabriel è ora un uomo di mezza età senza arte ne parte,
disperato, che chiede aiuto ai suoi vecchi compagni d’arme per salvare la
figlia. Ognuno di loro è alle prese con una vita da “civile”, dopo anni di
scorrerie nei dungeon contro mostri feroci ma non possono ignorare l’appello
del loro vecchio comandante. Uno dopo l’altro rispondono alla chiamata, in
particolare Clay Cooper, un ex guerriero in pensione, migliore amico di
Gabriel. Clay non vorrebbe ributtarsi nella mischia ma anche lui ha una figlia
e capisce cosa sta provando il suo amico, così non gli resta che rimettersi
sulle spalle il suo fidato scudo e partire all’avventura. Non dico altro per
non rovinare la trama (e perché lo sto attualmente leggendo io stesso) ma il
libro è estremamente interessante e divertente; chi come me conosce e pratica i
giochi di ruolo troverà inoltre ulteriori motivi per apprezzarlo. Ovviamente
anche questo libro è il primo di una saga, di recente è uscito il secondo
volume ma non ancora in Italia. Da quello che so, ogni libro dovrebbe
concentrarsi su una diversa compagnia mercenaria, quindi possiamo sperare in
libri sostanzialmente autoconclusivi.