Lo scontro tra X-Men e Vendicatori, qui in Italia, è alle
porte. Leggendo i commenti al mio precedente articolo, mi sono reso conto di
aver dato un giudizio sbrigativo dei precedenti eventi della Casa delle Idee.
Se è vero che non tutti i crossover di questi ultimi anni sono stati
all’altezza delle aspettative (qualcuno direbbe immense cagate), non sono però
mancati episodi interessanti o di rilievo. Alle soglie di questo ultimo grande
evento, potrebbe essere interessante ripercorre gli eventi recenti dell’universo
Marvel, a partire da Vendicatori Divisi. Questa saga, uscita nell’ormai lontano
2004, ha fatto da spartiacque nella storia recente della Marvel, inaugurando di
fatto l’era di Brian Michael Bendis come scrittore di punta e regista di tutti
i più grossi eventi della Casa delle Idee.
Devo confessare che all’epoca non avevo ancora ripreso a
leggere i fumetti Marvel, un evento che si sarebbero concretizzato solo un anno
più tardi, con la saga House of M. Non ho quindi un particolare attaccamento o
ricordo di questa saga, che ho letto tutta di un fiato in volume solo diverso
tempo dopo. La trama in se è abbastanza semplice: Wanda Maximoff, la figlia
mutante di Magneto, anche nota come Scarlet, impazzisce e attacca i suoi
compagni Vendicatori. Non lo fa direttamente, ma manipolando la mente di altri
vendicatori, come la Visione e She-Hulk, oppure evocando illusorie armate di alieni
Kree. Spetta al Dottor Strange, maestro delle arti mistiche, il compito di
rivelare a Capitan America e agli altri Vendicatori chi sia il vero nemico
dietro tutti questi attacchi. Durante il confronto finale con Scarlet appare
Magneto, fino ad allora creduto morto, che prende e porta via la figlia,
promettendo di farla curare da Xavier. Nonostante Bendis avesse promesso
vittime eccellenti in questa saga, i caduti sono stati il semisconosciuto Scott
Lang (il secondo Ant-Man), la Visione (un androide, quindi non è realmente
vivo, e può sempre essere ricostruito) e Occhio di Falco, che per quanto sia
simpatico e sbruffone, non è certo lui che ti viene in mente quando pensi ai
Vendicatori …
House of M, del 2005, inizia dove finisce Vendicatori Divisi,
ovvero con i più potenti eroi della terra che si interrogano su quale deve
essere il destino di Scarlet. Praticamente pazza, c’è solo Xavier che la tiene
a bada. Incapace di accettare la possibilità che sua sorella Scarlet venga
giustiziata, Quicksilver riesce a convincerla ad usare i suoi poteri per
riplasmare la realtà. Nella terra alternativa che ne scaturisce, Magneto è il
sovrano della terra, i mutanti sono al potere e gli umani dei cittadini di
seconda classe. L’unico a ricordare il mondo precedente è Wolverine, che,
insieme ad altri eroi, si imbarca nella difficile impresa di ripristinare la
realtà che tutti conosciamo. Ora, non so voi, ma la prima cosa che ho pensato
leggendo House of M è stata: “questo è un remake dell’Era di Apocalisse”! I Marvel
fan più duri e puri ricorderanno certamente questa famosa saga degli anni ’90,
in cui David Haller, alias Legione, viaggia indietro nel tempo allo scopo di
uccidere Magneto quando non era ancora un supercriminale. Il tentativo fallisce
perché il professor Xavier, padre di David, fa scudo a Magneto con il proprio
corpo, rimanendo ucciso al suo posto. L’evento genera una realtà alternativa in
cui il potente Apocalisse, un mutante nato nell’antico Egitto e dotato di
poteri incredibili, riesce a conquistare il mondo, non trovando più gli X-Men a
sbarrargli la strada, poiché Xavier è morto prima di poterli fondare. Ironia
della sorte, in questa realtà sarà poi Magneto stesso a creare gli X-Men come
milizia mutante da opporre al malvagio Apocalisse. Anche in questo caso vi è
una persona, il mutante Alfiere, che è l’unico a ricordare come era prima il
mondo: Magneto decide di credergli e di giocarsi il tutto per tutto per salvare
la terra, sconfiggere Apocalisse e ripristinare il normale corso degli eventi.
L’Era di Apocalisse durò 4 mesi, fu una saga immensa che si
dipanò fra un numero incredibile di testate, che, per la durata dell’evento, arrivarono
addirittura a cambiare nome; House of M è stata una normale miniserie di 8 albi,
ma la mole di materiale pubblicato è forse l’unica differenza tra le due saghe,
poiché è innegabile come la storia delle due opere sia molto simile, per non
dire identica. Di House of M ho un buon ricordo perché, come ho già accennato,
tornai a leggere fumetti Marvel proprio in quell’occasione, ma non si può
negare che la storia sia una semplice scopiazzatura della più famosa Era di
Apocalisse. Il vero motivo per cui questa saga verrà ricordato, è da ricercare
nelle parole che Scarlet pronuncia alla fine della storia, ovvero “basta
mutanti”! Wolverine e soci raggiungono lo scopo di ripristinare la vecchia
realtà, ma Wanda, con il suo ultimo incantesimo, riesce a spegnere il gene
mutante in milioni di persone, riducendo i mutanti a poche centinaia di persone
in tutto il mondo. Da specie in ascesa e futuro della razza umana, i mutanti
diventano in pochi secondi una specie in via di estinzione (senza dire del
colpo di spugna a tutte le innovazioni apportate da Grant Morrison all’ormai
stantio status quo delle testate mutanti, ma questa è un’altra storia).
Più importante ancora di House of M, però, sarebbe stata la
saga successiva, ovvero la Guerra Civile dei supereroi, uscita a cavallo fra il
2006 e il 2007. Sapete, ogni evento Marvel fa pubblicità a se stesso
annunciando a caratteri cubitali sulle copertine che nulla sarà più lo stesso.
Tutti i Marvel fan con una certa esperienza sanno ormai che queste frasi sono
soltanto degli spot: più le cose dovrebbero cambiare, più restano le stesse.
Bene, con la Guerra Civile dei supereroi, queste parole assumono finalmente un
senso, nulla sarebbe stato più lo stesso …
...e noi fan di Astropia ci aspettiamo una recensione esaustiva nonchè ben fatta ( come questa appena letta) di Civil War. Con una menzione speciale per Iron Spider-Man ( per me il costume più bello mai indossato dall'Arrampicamuri)...
RispondiEliminaWHOSE SIDE ARE YOU ON?
Eh, Tomma', Civil War è stata più importante solo per le vendite, purtroppo, pur essendo il più riuscito crossover Marvel del millennio. Una mega-rivelazione legata all'Uomo Ragno (non spoilero nulla agli altri fan) fu cancellata ignominiosamente e necessariamente in orride storie del Ragnetto successive e Millar ha dato così l'addio ai grandi calibri a fumetti della casa delle idee (visto che, stando a lui, ormai fanno film pure delle sue visite al bidet...). L'orrore di House of M, per me, fu proprio quell'orrido deus ex machina che così, modello fan-fiction, ha annullato i precedenti capolavori di Morrison, quelli sì lanciati verso un futuro degli X-Men carico di promesse, non di meri e squallidi sensazionalismi, con personaggi snaturati e annacquati per anni. Per fortuna, prima o poi arriva sempre l'autore geniale che li redime. Tocca solo aspettare!
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