Entrando in libreria, se vi fate un giro fra gli scaffali dedicati al
fantasy, noterete subito come sia piuttosto difficile trovare libri “stand
alone”. Personalmente, dopo aver preso in mano un libro, corro subito alla
quarta di copertina per sapere se si tratta di una storia che inizia e finisce
nello stesso volume, ma immancabilmente scopro che è soltanto la prima parte di
una trilogia. Non importa se sei un signor nessuno e scrivi un libro fantasy
per la prima volta nella tua vita, il tuo progetto è già quello di farne una
trilogia! Per Tolkien, ai suoi tempi, fu una scelta artistica; oggi è solo una
scelta commerciale, rafforzata dalla possibilità di un’eventuale trasposizione
cinematografica: le major di Hollywood non vedono l’ora di trovare una gallina
dalle uova d’oro che possa inaugurare un nuovo franchise di successo. La
sindrome da trilogia non risparmia neppure generi attigui come la fantascienza,
ma soprattutto l’horror o l’urban fantasy. Vi sono poi delle storie che una
trilogia non basta, e si trasformano allora in saghe da mille volumi: Harry
Potter (7 libri), Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (5 libri inglesi al
momento, più di 10 nell’adattamento italiano), o la Ruota del Tempo
(terrificante polpettone di 14 libri). A volte, per fortuna, alla quantità si
accompagna la qualità ed è da questo connubio che nascono i capolavori, come la
saga della Torre Nera di S. King.
Prima della Torre Nera avevo letto poche cose del maestro dell’horror,
ma tutte di altissimo livello: Le Notti di Salem e It. Sapevo della sua saga
fantasy-western (così almeno la reputavo all’inizio) e mi attraeva, ma i 7
volumi della storia mi incutevano timore e pertanto continuavo a rimandarne la
lettura. Il desiderio di misurarmi con una lettura ambiziosa è lentamente
cresciuto (l’ultima grossa saga che ho letto è stata quella di Harry Potter,
terminata nel 2007), spingendomi infine al grande passo. Ho preso in mano il
primo libro a maggio dell’anno scorso e, dopo averlo finito, non mi sono più
fermato sino alla conclusione della saga, a novembre. Era dai tempi delle
medie, quando scoprii il Signore degli Anelli, che non leggevo una storia così
epica! Harry Potter è affascinante, pieno di colpi di scena e misteri da
svelare, ma non è “epico”; non lo è neppure il fantasy del Trono di Spade di
Martin: ha molti personaggi, intrighi, profondità, battaglie campali ma di
epicità neppure l’ombra. La saga della Torre Nera mi ha permesso di (ri)vivere
situazioni e personaggi dal respiro eroico: lo scontro fra il bene e il male,
viaggi in terre desolate alla ricerca di qualcosa di perduto, antiche profezie e
battaglie fra pochi valorosi contro mille avversari.
Come e perché nasce questa storia ce lo racconta lo stesso autore
nella varie introduzioni e postfazioni dei romanzi della saga: influenzato dal
Signore degli Anelli, già a 19 anni Stephen King progetta di scrivere una sua
storia fantasy. Tuttavia non è ancora pronto, sente che gli manca qualcosa.
Quel qualcosa si chiama “Il bello, il brutto e il cattivo”, il celebre spaghetti-western
di Sergio Leone: dopo averlo visto al cinema, il giovane King ne resta
profondamente affascinato e capisce di voler mischiare le atmosfere fantasy a
quelle western. Nessuno ha mai tentato una cosa simile prima di lui: la saga
della Torre Nera non è soltanto il coronamento della sua strepitosa carriera,
ma è anche il tentativo di dare uno spessore epico alla giovane storia
americana, mischiando il genere western con i miti e le leggende di stampo
occidentale/europeo. Il primo volume della saga, “L’Ultimo Cavaliere”, esce nel
1982; l’ultimo, “La Torre Nera”, viene dato alle stampe nel 2004: ventidue anni
di sofferenza e passione, tra il desiderio dei fan di sapere come sarebbe
finita la storia e il terrore che potesse non concludersi affatto! Eh già,
perché nel 1999 S. King viene investito da un minivan mentre fa la sua consueta
passeggiata nelle campagne del Maine. Ferito e menomato seriamente alla gamba,
lo scrittore sopravvive ma inizia per lui un periodo di convalescenza lungo e
difficile. Lo stesso autore capisce che il momento è cruciale: o finisce di
scrivere la storia in fretta oppure non ce la farà più. King ci si mette
d’impegno e, a differenza dei primi quattro libri, pubblicati a 4-5 anni di
distanza l’uno dall’altro, scrive di getto gli ultimi tre romanzi della saga,
che usciranno tutti fra il 2003 e il 2004. Nel 2012 esce l’ottavo libro della
saga, “La Leggenda del Vento”, che in ordine di lettura andrebbe collocato fra
il 4° e il 5° volume. King sentiva di aver ancora qualcosa da dire sul suo
universo fantastico e ne ha ripreso in mano i suoi personaggi un ultima volta.
La Leggenda del Vento non ha aggiunto nulla di particolare alla saga, già
completa nei suoi 7 libri, ma ha offerto un ultimo sguardo al Medio Mondo ed
alla sua storia che di certo ha reso felice tutti i fan della saga. Fan che
hanno dimostrato nei riguardi della Torre Nera un affetto profondissimo, al
punto da stupire e commuovere lo stesso King. Nella postfazione al 4° romanzo,
lo scrittore pubblica la lettera di un’anziana lettrice malata di cancro. La
signora sa che i suoi giorni sono contati e chiede a King se può rivelarle il
finale, non potendolo leggere di persona. Era il 1997 e credo che all’epoca
neppure King sapesse come avrebbe terminato la saga, chissà cosa deve aver
provato leggendo quelle righe …
La Torre Nera ha infine avuto il suo finale e noi, per fortuna,
abbiamo avuto la possibilità di leggerlo. Questo pezzo non vuole essere una
recensione dell’opera, sarebbe un compito difficile, lungo e probabilmente
impossibile. No, questo pezzo vuole essere un invito alla lettura, voglio farvi
capire quanto straordinaria sia questa saga e quanto meriti di essere letta, a
dispetto della sua lunghezza. Non è priva di difetti, si tratta pur sempre di
una storia che è stata sviluppata nell’arco di venti anni, e non mancano neppure
incongruenze o cadute di tensione, ma il risultato finale resta comunque
superlativo. La Torre Nera è un affresco di personaggi, avventure e situazioni
molto complesse, ed è una storia che tocca diversi generi narrativi. Ho parlato
di fantasy-western, e in prima battuta è esatto, ma non mancano sconfinamenti
nella fantascienza e nell’horror. La storia è ambientata (principalmente) nel
Medio Mondo, un incrocio fra una società feudale e il vecchio west, con residui
di tecnologia superiore di un’epoca passata. Si tratta di un mondo che, usando
le parole del protagonista, è “andato avanti”, un’espressione che indica il
passaggio impietoso del tempo e la rovina che incombe. Un solo mondo, però,
stava stretto a S. King: utilizzando la tematica dei mondi paralleli (tanto
cara alla fantascienza), inserisce realtà alternative simili alla nostra e
viaggi nel tempo! Il protagonista della storia è Roland Deschain, ultimo membro
di una stirpe di pistoleri-giustizieri, impegnato nella ricerca della
misteriosa Torre Nera. Secondo Roland, la Torre Nera è un nexus, il fulcro di
tutte le realtà ed è accessibile fisicamente soltanto dal Medio Mondo. La sua
ricerca gli farà attraversare mondi, tempo e spazio, accompagnato da alcuni
alleati e ostacolato da molti nemici, fra cui spiccano l’Uomo in Nero e il Re
Rosso. King tira le fila di tutta la sua produzione letteraria prendendo
personaggi dai suoi precedenti libri e facendoli incontrare lungo il cammino di
Roland. Il lettore occasionale, però, non si lasci spaventare: per seguire e
godere della saga della Torre Nera non serve aver letto nessuna opera di King.
Colui che già le conosce troverà maggior piacere nel rivedere taluni personaggi
ma null’altro. All’inizio della storia, le motivazioni di Roland non sono molto
chiare, e il lettore deve mettersi in testa che le spiegazioni arriveranno (ve
lo assicuro!) ma a tempo debito.
Poco
importa, comunque, perché il primo libro, “L’Ultimo Cavaliere”, si apre in medias res, con Roland all’inseguimento
dell’Uomo in Nero in un torrido deserto. Inizialmente c’è spazio solo per
l’azione, ma si intuisce che dietro deve esserci qualcosa di più grande, un
grande arazzo di cui il lettore riesce per ora a vederne solo una minima parte.
Questa caratteristica è in comune con il Signore degli Anelli: si capisce
subito come la Terra di Mezzo abbia una storia antica e come tutte le vicende
di Frodo e dell’anello affondino nel passato più remoto di quel mondo, ma ci
sarà tempo e luogo per le spiegazioni. La storia prosegue e al protagonista
(Roland) e al suo antagonista (l’Uomo in Nero) si uniscono tanti altri
personaggi, alcuni come alleati, altri come avversari. Le spiegazioni iniziano
ad arrivare ma si percepisce come King non abbia ancora svelato gli assi: è nel
quarto libro che, finalmente, ci viene narrata la gioventù di Roland e gli
eventi che hanno innescato la storia. A quel punto il lettore è in trappola:
non è davvero possibile pensare di scendere dal treno e non seguire Roland fino
alla fine! Finale che arriva per davvero e non smette di far discutere i fan neppure
adesso. Dopo averlo letto si è confusi, l’impressione è quella di essersi persi
qualcosa, quella che “ma no, davvero?”. Poi lo rileggi, e lo rileggi ancora e
alla fine tutto diventa chiaro e resti folgorato, vai a riprendere i vecchi
libri e scopri che c’era già tutto (complice anche la riscrittura del primo
romanzo). Non sono in grado di dirvi se lo apprezzerete (dopo un’iniziale
incertezza, io l’ho fatto), né che avrete tutte le risposte che stavate
aspettando, ma c’è un finale. Dopo 7 libri Roland giunge insieme a voi alla
Torre Nera e il suo destino si compie. Non vi dirò altro: se siete curiosi è
tempo di fare un salto in libreria! Cosa aspettate?