mercoledì 4 giugno 2014

Intanto al cinema...



Complice la settimana del cinema e l’uscita di alcuni titoli davvero interessanti, mi è capitato di vedere parecchi film di recente. Dato che non sono riuscito a scrivere dei pezzi singoli nel momento in cui li ho visti, ho deciso di fare un singolo articolo con delle mini-recensioni. Occhio agli eventuali spoiler e cominciamo da “The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro”. 

Potrei essere davvero sintetico e dirvi che il film è una cagata, però questo blog allora non avrebbe senso, quindi meglio motivare un po’ il giudizio. Pur non essendo Spiderman il mio super eroe preferito, mi era piaciuta parecchio la trilogia originale di Sam Raimi. Sull’onda del successo del terzo capitolo (a dir la verità il più debole della serie), la Sony aveva chiesto al buon Sam un quarto film e lui aveva accettato, purché potesse prendersi il tempo necessario per tirarne fuori qualcosa di decente. La Sony però aveva fretta di capitalizzare e decise di fare un reboot della serie, affidandola allo sconosciuto (e incapace, aggiungerei io a questo punto) Mark Webb. Il primo film della nuova serie, “The Amazing Spider-Man” (2012), è universalmente considerato una schifezza, ma poiché Spiderman è pur sempre Spiderman, riuscì ad incassare abbastanza per generare un sequel. Le aspettative per un film migliore del primo c’erano tutte: innanzitutto perché fare meglio di un film davvero brutto dovrebbe essere facile; in secondo luogo perché mentre il primo capitolo di una saga deve necessariamente trattare delle origini dell’eroe, il sequel può spingersi su territori nuovi e, si spera, più interessanti. Questo non è accaduto: “The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro” è appena un po’ meglio del primo capitolo, ma resta comunque un film brutto. I nemici di Spiderman (Electro e Goblin) sono tratteggiati in maniera superficiale e banale, i combattimenti sono brevi e tutto il film è pieno di scene che fanno venire voglia di gridare “ma che cazzo?” a pieni polmoni! Sono andato a vedere il film solo grazie allo sconto della settimana del cinema, altrimenti me ne sarei tenuto alla larga, che è un po’ quello che hanno fatto gli spettatori di tutto il mondo. Questo film nasce col difetto di essere il sequel di un film orrendo e la gente, al momento di scegliere se andare a vederlo, se ne è ricordato. 

Grazie alla festa del cinema sono andato a vedere pure “Godzilla”. Anche qui è necessaria una premessa: non ho alcun legame affettivo o emotivo con la saga del gigantesco lucertolone e non ho mai visto nessuno dei suoi film, a parte quello del 1998 di Roland Emmerich. Tale pellicola non è ben considerata dai fan poiché, a parte il nome, non ha nulla in comune con la sua controparte nipponica (anche se personalmente io l’ho trovata divertente). Oggi, dopo aver visto il remake ed aver compreso cosa sia davvero Godzilla (un mostro che picchia altri mostri) posso dire che continuo a preferire la versione di Emmerich: meglio vedere Godzilla alle prese con l’esercito americano piuttosto che involontario salvatore della Terra mentre lotta con altri mostri. Parlando del film vero e proprio, i suoi difetti sono principalmente due: totale mancanza di empatia con gli attori umani e scarso minutaggio di Godzilla in azione. Il ruolo degli esseri umani nel film è misero, e in un film del genere posso anche capirlo, ma in questo caso la loro rilevanza è sotto lo zero! Ciò che è grave, però, è l’incapacità del film nel suscitare un minimo di empatia nei loro confronti: che vivano o muoiano, alla fine, è lo stesso, perché di loro non ti frega nulla! Quanto alla presenza di Godzilla, questi appare per la prima volta dopo un’ora abbondante del film, e pure le sue successive apparizioni sono estremamente centellinate. Persino i suoi mostruosi nemici trovano maggior spazio nella pellicola, e questo mi pare un bel controsenso, considerando che dovrebbe essere Godzilla il protagonista! Aggiungete al tutto un paio di grossi buchi nella trama, degli ottimi effetti speciali, ed avrete un’idea precisa di cosa potete aspettarvi da questo film.

Finita la festa del cinema sono arrivati sugli schermi i film più interessanti (e ti pareva!), il migliore dei quali è certamente “X-Men: Giorni di un Futuro Passato”. La saga cinematografica degli X-Men ha alternato ottimi film (X1, X2 e X-Men: L’inizio) ad altri più debolucci (X3 e i film a solo di Wolverine): il ritorno di Bryan Singer alla regia e la scelta di Giorni di un Futuro Passato (famosa saga a fumetti) come base per la storia del film ha mandato a mille le aspettative dei fan. Aspettative che non sono andate deluse: questo nuovo capitolo della storia degli X-Men è solido, roccioso, ben interpretato e con delle scene d’azione fantastiche! La coesistenza di due linee temporali con i rispettivi attori, poi, è stata la ciliegina sulla torta: veder tornare sullo schermo Patrick Stewart e Ian McKellen nei panni dei vecchi Professor X e Magneto è stata pura goduria per gli occhi. “Giorni di un Futuro Passato” fa da ponte fra due generazioni di X-Men e, oltre ad essere un bel film di per sé, rappresenta il passaggio di testimone dall’una all’altra. Il finale, sul quale non voglio rivelare nulla, è un omaggio ai personaggi della vecchia trilogia mentre il già annunciato sequel (X-Men: Apocalypse) vedrà esclusivamente la presenza del nuovo cast (con l’aggiunta dell’onnipresente Wolverine). Potrei tessere le lodi di questa pellicola ancora a lungo ma ritengo sia inutile e poi, trattandosi di un film sui viaggi nel tempo, non voglio farvi spoiler che possano rovinarvi la storia: vi consiglio semplicemente di fiondarvi al cinema più vicino, sono certo che non resterete delusi. E per i fan dei fumetti: si, c’è una scena dopo i titoli di coda, pazientate e rimanete seduti, ne varrà la pena!

Un altro bel film, che ho avuto la fortuna di vedere gratis grazie all’anteprima nazionale, è stato “Edge of Tomorrow: Senza Domani”, con Tom Cruise e Emily Blunt. Tratto da una light novel giapponese, il film racconta dell’invasione aliena dei Mimics e della lotta senza quartiere fra essi e l’umanità. Il maggiore William Cage viene “infettato” dal loro potere e si trova a rivivere ogni volta lo stesso giorno: quando viene ucciso si risveglia il giorno prima come se non fosse successo niente, con l’invasione ancora alle porte. Morte dopo morte, il maggiore Cage affinerà le sue capacità belliche fino a diventare un combattente eccezionale. La svolta nella storia avviene quando perde il suo straordinario dono e, a quel punto, dovrà giocarsi il tutto per tutto, con la sopravvivenza dell’umanità come posta in palio. Il film è piacevole, ben scritto e interpretato, divertente nei momenti giusti, adrenalinico e drammatico quando serve. La trama può sembrare banale, ma a conti fatti non lo è, merito di una regia che tiene lo spettatore sempre sul chi vive, pronta a cambiare registro al film quando è necessario. Il lieto fine può sembrare eccessivo ma c’è da considerare che si tratta di un film blockbuster con Tom Cruise e poi, vi assicuro, sarete i primi a desiderarlo alla fine della storia. 

L’ultimo in ordine di visione è stato “Maleficent”, il film Disney che tenta di offrire una nuova versione della fiaba della bella addormentata, stavolta dal lato dei cattivi, rappresentato per l’appunto dalla protagonista Malefica. Se non fosse stato per la mia ragazza, vi giuro, non sarei mai andato a vedere un simile film. Fare opera di revisionismo sulle fiabe è una cosa aberrante e del tutto contraria allo spirito delle fiabe stesso. In questo film, poi, il revisionismo si mischia al femminismo (tutte le donne del film sono brave, tutti gli uomini dei bastardi) ed il danno è compiuto: una delle icone malvagie più affascinanti dei film Disney, Malefica, viene stravolta e rovinata al punto da farla apparire buona. Già solo per questo motivo il film merita una stroncatura; aggiungeteci un trama scontata, senza sussulti o colpi di scena, e un paio di assurdità sparse qua e là, e il (desolante) quadro è completo.

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