… e che non avete mai osato chiedere! Ben ritrovati a tutti voi.
Grazie alla recente ristampa della Panini, ho avuto la possibilità di rileggere
un manga davvero fondamentale della mia adolescenza. Sto parlando di Hokuto no
Ken, meglio conosciuto in Italia come Ken il Guerriero grazie al cartone
animato che fra gli anni ’80 e ’90 ha letteralmente fatto impazzire la mia
generazione. Ken il Guerriero è stato il primo manga che abbia mai letto, all’epoca
avevo 15 anni e andavo in prima liceo. Pubblicato originariamente da Granata
Press, Hokuto no Ken fu uno dei primi fumetti giapponesi ad arrivare in Italia:
oggi parlare di manga e anime è una cosa del tutto normale, ma 20 anni fa nelle
edicole c’erano solo fumetti Bonelli e americani. Fu naturale scegliere un
titolo che era già famoso grazie al cartone, e fu (anche) il suo successo ad
aprire la strada per l’invasione manga che sarebbe seguita. Sono affezionato
all’edizione Granata per ovvi motivi sentimentali ma già all’epoca, tuttavia,
la sua traduzione mi sembrava artificiosa, oltre che poco chiara in diversi
punti. Negli anni ci sono state diverse ristampe ad opera di editori come Star
Comics e D-Visual, ma è stato solo in occasione della recente edizione Panini
che mi sono riavvicinato al manga, e devo dire che ne è valsa la pena. Mi sono
gustato le imprese del maestro di Hokuto come mai prima d’ora, finalmente in
grado di comprenderne ogni sfumatura grazie ad una traduzione all’altezza
dell’opera. Tetsuo Hara e Buronson, gli autori dell’opera originaria, nel 2001 hanno
dato il via ad una nuova serie, Soten no Ken, che si colloca temporalmente
prima dell’altra, praticamente un prequel. Con il titolo “Ken il Guerriero: le
origini del mito”, fra il 2004 e 2011, la Panini ha pubblicato quest’opera anche
in Italia. Il mondo di Kenshiro e della Divina Scuola di Hokuto si è così
ingrandito, diventando più profondo ma anche più caotico. Diciamo la verità:
già la serie originale, a livello di continuity, presentava notevoli incongruenze,
e il prequel, lungi dal colmare le lacune, ha complicato ulteriormente le cose.
In questi articoli voglio tentare di mettere ordine nel caos, cercando di
chiarire i punti oscuri dei due manga, disponendo in ordine cronologico i vari
avvenimenti.
Prima di cominciare, tre preziosi avvertimenti: primo, è banale a
dirlo, ma tutti gli articoli sono un gigantesco spoiler della saga di Ken il
Guerriero! Questi pezzi sono dedicati agli amanti della saga del maestro di
Hokuto e presuppongono una buona conoscenza degli eventi e dei personaggi. Secondo:
per entrambe le serie, a livello terminologico, mi appoggerò all’edizione
Panini, ma cercherò di venire incontro anche a chi ha visto solo il cartone o
chi ha letto la serie classica con un altro editore. Terzo: come ho già detto,
nell’esporre i fatti ci troveremo davanti a parecchie incongruenze. Alcune
possono essere risolte senza troppe difficoltà, altre no. In questo caso darò
conto di tutte le possibilità, quindi sceglierò quella che mi pare più idonea. Sono
dell’idea che bisogna rispettare il testo originale quanto più è possibile e
che quando è necessario discostarvisi, è comunque opportuno scegliere un corso
degli eventi che contraddica il meno possibile i fatti già noti e assodati. Sono
consapevole di inoltrarmi in territori pericolosi e altamente soggettivi, ma
cercherò di motivare ogni scelta in maniera rigorosa. Quanto al perché voglia
cimentarmi in una simile impresa … beh, non credo di essere l’unico ad aver avuto
una vera e propria venerazione per questo manga. Questi articoli sono un
omaggio, un atto di amore a qualcosa che ha definito nel bene e nel male la mia
adolescenza. E poi, che razza di nerd sarei se non fossi stuzzicato da questa
impresa?
Iniziamo dunque, e lo facciamo partendo dalla Divina Scuola di Hokuto.
Si tratta di una scelta abbastanza ovvia: non solo Kenshiro ne è il successore,
ma anche tutti i suoi più grandi avversari, come Raoh e Kaioh, appartengono a
questa scuola. Anzi, si può dire di più: molti dei motivi che hanno opposto
Kenshiro ai suoi rivali derivano strettamente tanto dalle regole di condotta
della Divina Scuola di Hokuto quanto dai suoi rapporti con le altre scuole di
lotta. Capirne le origini è di fondamentale importanza al fine di comprendere
la trama stessa del manga. Kenshiro scopre le origini della Divina Scuola di
Hokuto nella terra dei demoni, dopo essere entrato in contatto con una sacra
stele lasciata li dai maestri precedenti. Tuttavia nella serie prequel Soten no
Ken vengono aggiunti diversi dettagli che non collimano un granché con la
versione presentata nella serie classica. E’ giunto il momento di sbrogliare
questa matassa, e per farlo partiamo da molto lontano, precisamente da 4000
anni fa. Quando Falco, il successore dell’Imperiale Scuola di Gento si prepara
a salpare alla volta della terra dei demoni, dice che in quella terra esiste
una scuola che ha dato i natali ad Hokuto, Gento e Nanto, una scuola che vanta
4000 anni di storia. La terra dei demoni è ovviamente la Cina. Già nella serie
classica era facilmente intuibile che fosse così: in uno dei primi capitoli,
Bat dice a Kenshiro che Picche e la sua banda sono uomini di King (cioè Shin,
il rivale in amore di Ken), e che controllano l’intera zona del Kanto. Grazie a
questa precisazione geografica possiamo collocare le avventure postatomiche di
Kenshiro in Giappone. L’ultimo mare rimasto al mondo, a detta di Falco, separa
ciò che resta del Giappone dalla terra dei demoni, che pertanto può essere soltanto
la Cina; la conferma verrà data esplicitamente in Soten no Ken. Questa scuola
vecchia di 4000 anni non è ancora Hokuto, ma piuttosto una sorta di arte
marziale originaria, una tecnica di lotta base dalla quale si origineranno in
seguito non solo Hokuto ma anche Nanto e Gento; le arti marziali (reali)
nascono in Cina, quindi non v’è da stupirsi di questo. In seguito, con la
fondazione della stirpe di Hokuto, divisa in varie casate e dominate da quella che
viene indicata come Casata o Dinastia Principale, viene alla luce una primitiva
Scuola di Hokuto.
Questo stile originario, noto come Soke, era dotato di potenti
tecniche di difesa, ma era privo di tecniche mortali e non aveva alcuna
conoscenza degli tsubo, ovvero i punti di pressione. Mancava inoltre della
capacità di adattarsi ai colpi degli avversari e di replicare le loro tecniche.
In ogni caso doveva essere uno stile di lotta molto efficace, dato che già
allora la Casata Principale di Hokuto aveva il privilegio di difendere
personalmente gli imperatori celesti della Cina, ma su questo punto, sul ruolo
e sullo scopo della Scuola di Hokuto ci torneremo nel prossimo articolo. Circa
1800 anni fa, nel 220 d.C., la mancanza di un imperatore celeste e la divisione
della Cina in tre nazioni (un’epoca nota come il periodo dei Tre Regni) fa
precipitare il mondo nel caos. In questo momento storico estremamente
travagliato e complesso, hanno luogo due eventi fondamentali: per prima cosa la
scuola Soke si scinde in tre casate allo scopo di proteggere i generali delle
tre nazioni in un cui la Cina era suddivisa. I generali erano Cao Cao del regno
di Wei, Sun Quan del regno di Wu e Liu Bei del regno di Shu e, ve lo assicuro,
sto parlando di veri personaggi storici; le tre casate prendono il nome da
quello degli stessi generali: nascono così la Scuola Cao, Sun e Liu di Hokuto.
Il secondo evento e più importante evento, è la nascita della Divina Scuola di
Hokuto. I bonzi anziani della Casata Principale della Scuola di Hokuto ritenevano
che la soluzione al caos in cui versava il mondo fosse la creazione di un’arte
marziale suprema, superiore a tutte le altre, e che il comando di tale scuola
dovesse finire nelle mani di una sola persona. Il problema era quello di
individuare il giusto leader, che chiaramente doveva provenire dalla Dinastia
Principale. Oka e Shume erano due sorelle appartenenti alla Casata Principale,
e diedero alla luce un maschio nello stesso giorno, rispettivamente Ryuoh e
Shuken. I bonzi, non riuscendo a decidere a quale dei due neonati affidare il
futuro ruolo di successore, stabilirono di utilizzare la prova dei lupi al
Piedistallo del Cielo: i bambini sarebbero stati abbandonati su questo sacro altare
in balia dei lupi e delle avversità, e colui che sarebbe sopravvissuto sarebbe
diventato il successore. Con questa prova i bonzi volevano che fosse il cielo
stesso a decidere, eliminando contemporaneamente il rischio che ci fossero due
pretendenti al ruolo di successore. Neanche a dirlo, si tratta di una prova
estremamente crudele, analoga ad altre che si trovano in altri momenti della
storia (ad esempio il test a cui Ryuken sottopone Raoh e Toki da bambini), ma
giudicare questo aspetto del manga non è fra i miei scopi. Shume, la madre di
Shuken, è gravemente malata: sa che non sopravvivrà neppure un anno, e il suo
desiderio è che almeno suo figlio riesca a sopravvivergli. Di notte, in segreto,
si reca al Piedistallo del Cielo e porta via suo figlio, chiedendo perdono al
piccolo Ryuoh. I monaci, però, si accorgono dell’inganno e pertanto decidono
che sarà Ryuoh il successore. Oka, scossa dall’amore materno di Shume, chiede
ai bonzi di scegliere invece Shuken, gettandosi da una rupe affinché la sua
volontà sia rispettata. In quel momento le nubi in cielo si aprono e una luce
scende ad illuminare l’altare: la volontà del cielo è stata rivelata e i bonzi
in lacrime acclamano Shuken come primo successore e futuro fondatore della
Divina Scuola di Hokuto. Per la pericolosità delle tecniche che la neonata Scuola
di Hokuto avrebbe dovuto possedere, ed anche per evitare che si potesse
ripetere un triste evento come quello avvenuto nel corso della scelta del primo
successore, fu deciso che la Divina Scuola di Hokuto sarebbe stata tramandata
ad un’unica persona. Shuken, crescendo, si considerò figlio di entrambe le
donne, tenendo sempre a mente il loro amore; Ryuoh, abbandonato dalla madre,
avrebbe invece sempre inseguito quell’amore perduto, e lo stesso sarebbe
avvenuto ai suoi discendenti, come Raoh, Toki ma soprattutto Kaioh. Lo scontro
finale fra Kaioh e Kenshiro, oltre che una disputa per la supremazia delle
scuole di Hokuto, è, alla luce di questi fatti, uno scontro di sentimenti: l’incapacità
di Kaioh di accettare la perdita della madre, sacrificatasi per amore, lo spinsero
ad abbracciare il male. Spetterà a Kenshiro, successore di una scuola che fa
dei sentimenti la sua forza principale, abbattere Kaioh e redimere la sua
anima.
La Divina Scuola di Hokuto, dunque, si trova ai nastri di partenza: ha
trovato il suo leader e primo successore, Shuken, ma deve ancora diventare la
più letale delle arti marziali. In base a quanto ci viene raccontato in Soten
no Ken, la scuola della casa madre di Hokuto aveva solo colpi difensivi e
difettava di colpi mortali. La vera svolta avviene quando Shuken riesce a
diventare un allievo della Scuola Lunare di Seito. Questa terrificante arte
marziale era praticata dagli Yuezhi, una tribù proveniente dall’Iran in cui confluirono
gli antichi giudei, la quale si diffuse in alcuni territori dell’antica Cina
oltre 2000 anni fa. Shuken riuscì a diventare un loro allievo tra la fine della
dinastia Han e l’inizio del periodo dei Tre Regni, nel 220 d.C., in
linea quindi con ciò che abbiamo visto sino ad ora. La Scuola Lunare di Seito
faceva uso di tecniche mortali basate sull’uso dei punti di pressioni; essa
risultava pertanto efficacissima in attacco, ma dotata di scarse difese,
praticamente l’opposto della Scuola di Hokuto dell’epoca. Shuken si innamorò,
ricambiato, di Yama, la sorella del maestro della Scuola di Seito: fu dunque
dall’amore dei due che nacque la vera Divina Scuola di Hokuto, poiché fu la
stessa Yama, con il suo corpo, ad insegnare a Shuken i punti di pressione. La
Divina Scuola di Hokuto era pronta a diventare la tecnica assassina più
micidiale del mondo, ma c’era un problema: affinché il suo status di arte
suprema restasse tale, la Scuola Lunare di Seito doveva scomparire! I vecchi
bonzi della scuola di Hokuto imposero a Shuken un triste compito, quello di
eliminare il maestro della Scuola Lunare di Seito insieme ai suoi 12 discepoli,
inclusa Yama. Con le lacrime agli occhi e nel nome della pace, Shuken uccise a
tradimento gli adepti della Scuola di Seito, presentandosi infine di fronte a
Yama con il cuore a pezzi. Yama si offrì spontaneamente ai colpi di Shuken,
poiché aveva compreso il suo spirito e il suo intento: solo la Divina Scuola di
Hokuto avrebbe dovuto serbare le terribili tecniche della Scuola di Seito, assicurando
così la pace e la difesa dell’imperatore della Cina. Shuken però non ebbe cuore
di ucciderla, soprattutto dopo aver saputo che lei era incinta di suo figlio; allora
Yama si gettò da un rupe, così da compiere lei stessa ciò che Shuken non era in
grado di fare. Shuken pensò fosse morta, ma così non era: per caso o per
miracolo, Yama sopravvisse alla caduta senza un graffio, e diede alla luce il
bambino. Gli Yuezhi le diedero la caccia, reputandola una traditrice,
soprattutto per via del fatto che aveva tenuto il bambino, la raggiunsero e la
circondarono. Senza via di scampo, Yama si uccise trafiggendosi con una spada,
implorando la sua gente di non uccidere il bambino. Così fu, e la Scuola Lunare
sopravvisse con il figlio di Yama; tuttavia i suoi discendenti crebbero odiando
la Divina Scuola di Hokuto, reputando (erroneamente)
che Shuken avesse ucciso, oltre ai loro antichi maestri, anche la stessa Yama.
La riappacificazione fra le due scuole avverrà nel 1935 a Ningbo, in Cina, fra
Kenshiro Kasumi, il 62° successore della Divina Scuola di Hokuto, e Yasaka,
maestro della Scuola Lunare di Seito.
Torniamo alla Divina Scuola e alla sua storia. Shuken riuscì a creare
il kempo più potente di tutti, fondendo le tecniche difensive della scuola Soke
di Hokuto e le micidiali arti assassine della Scuola Lunare di Seito. La forza
della Divina Scuola di Hokuto, tuttavia, non è data unicamente dalle sue
tecniche, ma anche dalla sua capacità di adattarsi all’avversario ed ai suoi
colpi. La Divina Scuola è tanto una tecnica assassina che un’arte da campo di
battaglia: assassina perché in grado di abbattere un uomo con un solo colpo
sferrato dalle ombre, alla stregua di un sicario; adatta al campo di battaglia
perché in grado di sopraffare un avversario in uno scontro faccia a faccia,
adeguandosi alle sue tecniche, mai statica ma sempre mutevole e in grado di evolversi.
Tornerò in futuro su tali argomenti, al momento voglio restare concentrato
sulla storia della Divina Scuola di Hokuto. Come abbiamo già detto, le sue
tecniche micidiali vengono trasmesse da un maestro ad un altro, secondo uno
schema di maestro e discepolo. Questo non vuol dire che debba esserci un solo
allievo; significa invece che soltanto uno (fra gli altri) verrà scelto quale
depositario delle tecniche segrete della scuola e nominato successore. A ben
vedere è quello che è successo nel manga: Ryuken insegnò le tecniche
dell’Hokuto a 4 ragazzi: Raoh, Toki, Jagi e Kenshiro, ma fu solo quest’ultimo
ad essere scelto quale successore. Il fatto che debba esserci una sola persona in
grado di utilizzare e tramandare le tecniche della Divina Scuola di Hokuto in
maniera legittima, fa si che tutti gli altri discepoli siano obbligati a
rinunciarvi. Non è necessario che un tale divieto venga imposto con la forza: a
Toki, per via della sua malattia, fu concesso di continuare ad usare l’Hokuto
come una forma di medicina, e Koryu, rivale di Ryuken per il titolo di
successore, lasciò tale ruolo a quest’ultimo e si ritirò dal mondo come eremita
in maniera pacifica. Tuttavia può accadere che taluno non voglia rinunciare
alle tecniche della Scuola di Hokuto: in questo caso deve essere il successore o
il vecchio maestro a “sigillare il suo pugno”, ricorrendo a tecniche di
manipolazione della memoria o addirittura spezzando le mani del ribelle. Ryuken
tentò di cancellare la memoria a Raoh, ma fallì per via di un infarto che lo
colse all’apice della battaglia, spianando così la strada alla vittoria di
Raoh; Kenshiro sconfisse Jagi a duello, ma il suo buon cuore gli impedì di
ucciderlo, permettendo a questi di fuggire, una decisione di cui si sarebbe in
seguito pentito amaramente.
La vicenda di Ryuken che adotta dei ragazzi al fine di
trasmettere le conoscenze della Scuola di Hokuto mi dà l’opportunità di
esaminare un’altra regola fondamentale ai fini della successione. Quando la
Divina Scuola è priva di un successore, per qualunque motivo, è la scuola Liu
di Hokuto a fornirla. Ryuken non aveva figli propri a cui trasmettere l’arte di
Hokuto, per cui fu Jukei, maestro della scuola Liu (nota anche come Splendente Scuola
o Arcana Arte di Hokuto a seconda dell’edizione del manga che avete) a mandare
in Giappone da Ryuken i piccoli Raoh, Toki e Kenshiro. A questi tre si aggiunse
poi Jagi, chiaramente il più debole dei quattro e del tutto inidoneo alla
successione, ma vabbè, tutti possono sbagliare! Il ruolo svolto dalla Scuola
Liu nel caso in cui la Divina Scuola non sia in grado di fornire da sola un
successore è di fondamentale importanza. Che tale funzione venga adempiuta
dalla scuola Liu non è un caso, poiché essa è stata fondata da Ryuoh in
persona, cugino di Shuken e membro anche esso della Casata Principale di
Hokuto. In questa maniera la successione “resta in famiglia”, ma va detto che
tale regola è sempre stata vissuta dalla scuola Liu come un’umiliazione, e ciò
non avrebbe mancato di far sentire le sue conseguenze, tramutando la scuola Liu
in un’arte diabolica. Su tutto questo torneremo in seguito, poiché adesso voglio
restare concentrato sulla Divina Scuola di Hokuto. Affinché l’aspirante
successore della Divina Scuola possa essere confermato nel suo ruolo, deve
lottare contro il maestro della scuola Liu in un duello rituale. Questo scontro
prende il nome di Rito del Dono Celeste e si deve compiere davanti alla statua
della sacra madre. La statua rappresenta l’amore materno di Oka e Shume da cui
ebbe origine la Divina Scuola di Hokuto, e si trova a Ningbo, in Cina, nel
palazzo principale del sacro monastero. Queste informazioni ci rivelano anche
l’area della Cina in cui è nata la Divina Scuola di Hokuto, anche se vi sono
delle incongruenze fra i due manga: in Soten no Ken, infatti, nello stesso
edificio in cui si trova la statua della sacra madre, sono presenti anche le
tombe dei successori della Scuola Liu, mentre nel manga originale si tratta di
due palazzi separati e in un certo senso antagonisti. Il distacco fra i due
luoghi non è soltanto fisico ma anche spirituale: il luogo dove è nata la Splendente Scuola di
Hokuto (la scuola Liu) e dove riposano i suoi defunti maestri è impregnato
dell’odio di questi ultimi per la Divina Scuola, ed è il palazzo in cui Hio e
Kenshiro si affronteranno. Tornando al Rito del Dono Celeste, va precisato che
in 1800 anni la Divina Scuola di Hokuto non ha mai perso, e con lo stesso esito
si conclude lo scontro fra Kenshiro Kasumi e Zong-Wu in Soten no Ken. Il rito
celeste, tuttavia, non termina con il combattimento, lì si conclude solo la sua
parte “fisica”: nascosta dentro la statua della sacra madre si trova una stele
che è dedicata ai successori defunti della Divina Scuola. Toccando la stele il
neo successore apprende tutta la verità sull’origine della sua scuola ma
soprattutto le contromosse alle tecniche Soke della scuola di Hokuto primitiva.
Come abbiamo già detto, la scuola Soke di Hokuto era stata sviluppata al
massimo, al punto che non era ulteriormente migliorabile e pertanto le sue
tecniche avevano perso efficacia in battaglia, dato che le contromosse erano
ben note. Per questo motivo i monaci della Casata Principale decisero di creare
la Divina Scuola di Hokuto; le tecniche Soke, considerate superate, non furono
più insegnate, ma la loro conoscenza fu comunque tramandata grazie alla stele
nascosta nella statua e per un motivo ben preciso: la Splendente Scuola di
Hokuto (o scuola Liu) usava in maniera massiccia tali tecniche e un domani la
loro conoscenza avrebbe potuto fare la differenza in uno scontro con la Divina
Scuola di Hokuto, e ciò è esattamente quanto è avvenuto nello scontro tra
Kenshiro e Kaioh. Ma cosa si celava davvero dentro la stele di Hokuto? A questo
domanda risponde il manga Soten no Ken: al suo interno si trovava il monile
contenente l’anima e lo spirito di Shuken, il primo successore. Yasaka, il
successore della Scuola Lunare di Seito, possedeva un monile identico e
speculare, con all’interno lo spirito di Yama, la donna amata da Shuken.
Appresa la verità che Shuken non uccise Yama ma anzi la amò, Yasaka realizzò
che il suo compito fosse quello di portare il monile con l’anima del primo
successore della Divina Scuola di Hokuto alla torre santuario degli Yuezhi,
affinché anche Yama potesse riposare in pace, ponendo in tal modo fine al
rancore e all’odio fra le due scuole. Vi è di più: il monile di Yasaka, il cui
nome è Yah, cioè dio in ebraico, si scopre esser stato parte del leggendario
tesoro sparito dal sacro palazzo degli antichi ebrei, dimostrando così come il
dio di Hokuto e il dio della Scuola Lunare di Seito fosse lo stesso. Per adesso
mi fermo qui, ho già messo tantissima carne al fuoco; nella seconda parte
parleremo delle tecniche più segrete della Divina Scuola di Hokuto, del suo
rapporto con le altre scuole di Hokuto e di altro ancora.
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