Ben ritrovati. Fra le poche consolazioni che ci riserva questo agosto
infuocato, c’è sicuramente l’uscita del film “La Torre Nera”, ispirato alla
saga letteraria di Stephen King, sulla quale ho già scritto un pezzo alcuni
anni fa. C’è grande attesa per il film, anche se le prime recensioni
(esce il 10 agosto da noi in Italia ma negli States è uscito il 4) non sono
molto positive. Per l’occasione, ho deciso di scrivere due pezzi, uno prima
della (mia) visione del film, uno successivo. Il secondo articolo sarà
chiaramente la recensione vera e propria; questo pezzo che vi accingete a
leggere, invece, vuole essere un aiuto alla comprensione del film per chi non
ha letto la saga di King ma non solo, sarà anche una sorta di compendio: ciò
che sappiamo del film e ciò che potrebbe essere. La prima parte dell’articolo
si svilupperà su una serie di domande e risposte, la seconda parte riprenderà
tutti i fili in sospeso e analizzerà ciò che già sappiamo del film. Poiché non l’ho
ancora visto, non ci saranno spoiler relativi ad esso ma eviterò anche spoiler
per quanto riguarda i romanzi, sia per lo stretto collegamento con il film
stesso, sia per permettere ai futuri lettori di gustarsi i libri senza
problemi.
Nel trailer del film vediamo un ragazzo, Jack, sognare il pistolero, l’uomo
in nero e la torre. Uno psicologo cerca di convincerlo che sono solo sogni ma
Jack scopre che non è così, oltrepassa una soglia mistica e finisce in un altro
mondo, una terra desolata, distrutta da qualche conflitto sconosciuto. Jack
incontra Roland, il pistolero e scopre che anche l’uomo in nero dei suoi sogni
esiste davvero. Fra i due sembra esserci uno stato di guerra, con la torre come
posta in palio. Se l’uomo in nero riuscirà a distruggerla, spiega Roland a
Jack, i mondi verranno distrutti e si libererà l’inferno. Roland sembra un
tizio che ne ha passate tante, si vede soprattutto dal fatto che il suo mondo è
distrutto e lui non è riuscito ad impedirlo ma Jack lo convince a non gettare
la spugna: esistono altri mondi ancora integri, come la terra da cui viene Jack,
mondi che potrebbero subire un orribile fato se l’uomo in nero riuscirà a
distruggere la torre. Roland decide di seguire Jack sulla terra e li di dare
battaglia all’uomo in nero, forse per l’ultima volta. Il resto del trailer è
pieno di sparatorie che mostrano l’incredibile bravura di Roland con le
pistole, nonché alcuni poteri magici dell’uomo in nero. E’ un buon trailer, che
dosa azione e mistero; forse rivela un po’ troppo sulla struttura della storia
del film ma è un peccato veniale. Limitandomi a ciò che mostra il trailer, ecco
alcune informazioni riguardanti i personaggi e l’ambientazione, informazioni il
cui scopo è mettere maggiormente a suo agio il futuro spettatore del film.
Dove è ambientato il film?
Jack proviene chiaramente dalla terra ma Roland (e l’uomo in nero) non sono di
queste parti, provengono da un posto chiamato Medio-mondo. Il Medio-mondo è un luogo
desolato, quasi spopolato, il cui livello tecnologico e culturale è simile a
quello del vecchio west. In origine non era così, ma una serie di guerre l’ha
portato sull’orlo dell’annientamento. Nel Medio-mondo, inoltre, la magia e il
soprannaturale sono più evidenti rispetto alla terra, oltre che comunemente
accettati. Nel Medio-mondo, infine, si trova la Torre Nera, che è l’obiettivo
sia del pistolero che dell’uomo in nero.
Cosa è la Torre Nera? La
torre nera è un nexus, il fulcro del multiverso, la ruota sui cui raggi sono
impilate tutte le terre che esistono. La torre nera si estende su ogni terra ma
solo nel Medio-mondo è accessibile fisicamente. Se la torre venisse distrutta,
cadrebbe il perno che regge l’intero multiverso, con delle conseguenze
sicuramente orribili per tutti i mondi, sebbene non chiaramente esplicitate. La
torre nera, più in generale, è un mistero, perché nessuno sa cosa si cela al
suo interno, è nota solo la sua funzione. Roland vuole raggiungere la torre per
salvare il suo mondo (il Medio-mondo), l’uomo nero per distruggerla.
Chi è Roland? Cosa significa
che è l’ultimo pistolero? Anche se il Medio-mondo è attualmente una terra
desolata, un tempo non era così. Civiltà e giustizia risiedevano nella baronia
di Gilead, guidata con pugno sicuro dalla stirpe dei pistoleri. Stephen King li
definisce come una combinazione di cavalieri erranti e sceriffi del vecchio
west, il che è una buona approssimazione, ma i pistoleri sono molto di più:
guardiani della pace, messaggeri, diplomatici, spie, giustizieri ma soprattutto
uomini altamente addestrati all’uso delle pistole. Neppure i pistoleri, però,
sono riusciti ad impedire la distruzione di Gilead e la rovina del loro mondo.
Roland Deschain è l’ultimo pistolero rimasto nel Medio-mondo, l’ultimo
sopravvissuto e il suo scopo (perlomeno nei libri) è raggiungere la torre nera
nella speranza di salvare ciò che resta della sua terra.
Chi è l’uomo in nero? Ogni
eroe necessita di una nemesi di pari livello: il grande nemico di Roland è l’uomo
in nero. Il suo vero nome è Walter, è uno stregone ed è capace di spostarsi fra
i mondi. In ogni mondo assume una diversa identità (ad esempio quella di
Randall Flagg, nel romanzo “L’ombra dello scorpione”) ma sempre identica è la
sua propensione al male e alla distruzione. Roland ebbe a che fare con lui sin
dalla giovinezza, quando Walter, sotto falso nome, cospirò per indebolire il
potere di suo padre Stephen, capo dei pistoleri di Gilead. Sempre lui, l’uomo
in nero, è responsabile (insieme ad altri) delle guerre che hanno insanguinato
e distrutto il Medio-mondo, il che basta e avanza per fare di lui e di Roland
nemici mortali. Nei libri si scopre che l’uomo in nero, seppur potente, non è
che il braccio destro di una entità ancora più potente e malevola, il Re Rosso,
ma è ancora presto per sapere se nel film ci sarà questa rivelazione.
Chi è Jake? Un ragazzo che si
trova coinvolto in qualcosa di più grande di lui o un futuro pistolero? Nel
trailer Jake è un ragazzo con delle visioni, che raggiunge il Medio-mondo e
convince Roland a lottare un’ultima volta contro l’uomo in nero. Nei romanzi
Jake diventa un pistolero sotto la guida di Roland, aiutandolo nella sua
ricerca della torre nera. Non è l’unico, Roland otterrà l’aiuto di altre
persone ma queste non compaiono nel trailer (e nel film, una cosa che già si
sa) per cui è inutile dire di più. Nei romanzi, Jake conosce Roland in maniera
molto diversa, ma soprattutto non è lui il motore della storia, Roland è già
impegnato nella sua ricerca della torre quando incontra Jake. Ci sono sempre differenze
tra film e romanzi, niente di nuovo sotto il sole, comunque l’importanza di
Jake è un punto fermo di entrambe le storie.
Fin qui abbiamo analizzato ciò che si è visto nel trailer, con l’aggiunta
di informazioni extra tratte dai romanzi per definire meglio il contesto. Cosa
altro sappiamo del film? Innanzitutto il film non è una riduzione dell’intera
saga né di uno dei romanzi in particolare: è il punto di avvio di un franchise
che vorrebbe svilupparsi tramite altri film e serie televisive, un esperimento
interessante ed innovativo. Se il film otterrà il successo sperato, dovrebbe
vedere la luce una serie televisiva ispirata all’adolescenza di Roland, che
immagino seguirà le vicende del quarto libro della saga, dove Roland racconta
ai suoi compagni il suo passato. La saga potrebbe quindi continuare con altri film
portando avanti la lotta contro l’uomo in nero, il Re Rosso e la ricerca della
torre nera. La seconda cosa da tenere a mente è che il film (e ciò che seguirà)
non vuole essere un adattamento della saga letteraria, quanto piuttosto il suo
sequel. Questa scelta è contemporaneamente una furbata e una “paraculata”, come
si dice a Roma. Annunciando di voler fare un sequel e non un adattamento, ti metti
al riparo da ogni critica circa la fedeltà ai romanzi. In questi ultimi anni,
alla ricerca di nuove idee, Hollywood ha tentato di portare al cinema storie
tratte da libri e fumetti. Ciò ha immancabilmente portato i fan a fare continue
critiche sulle modalità di adattamento: gli oltranzisti non accettano nessuna modifica,
i possibilisti ammettono modifiche minori su quelle cose che proprio non
possono funzionare al cinema (già, ma chi decide quali sono?) e poi ci sono i
fan dell’ultima ora a cui va bene tutto, essendo saliti a bordo del carro solo
con la visione del film, spesso asserendo una superiorità del film al materiale
originario. Come trasformare un romanzo (o un fumetto) in un film e come farlo
al meglio mi porterebbe su una via impervia che non ho alcuna intenzione di
prendere e a quanto pare non l’hanno voluto fare neppure i produttore de “La
Torre Nera”. Stabilendo di fare un sequel, hanno eliminato alla base ogni
critica di questo tipo, nessuno potrebbe obiettare che “nei romanzi quella tal
cosa non va così ma invece va cosà”, è un sequel, le cose possono andare come
gli pare, il materiale originario viene utilizzato solamente come fonte di
ispirazione. Una mossa furba, dicevo, ma anche un po’ “paracula”. Perché?
Innanzitutto, anche se fai un sequel, certe cose dovrebbero restare il più
possibile identiche ai romanzi, ad esempio l’ambientazione e alcune
caratteristiche dei personaggi. Posso accettare che gli eventi siano diversi,
ma non i personaggi e le loro motivazioni, altrimenti non è un sequel. Non
vorrei che i produttori, annunciando di voler fare un sequel, pensino di avere
le mani libere per fare come gli pare. Ne è un esempio il cambio dell’etnia del
personaggio principale. Roland Deschain, secondo la descrizione del romanzo, è (quasi)
la copia sputata di Clint Eastwood, con la differenza dei capelli scuri. Non c’è
da stupirsene, dato che Stephen King ha iniziato a scrivere i romanzi dopo aver
visto “Il buono, il brutto e il cattivo” e ha modellato il suo eroe sul
pistolero senza nome del film di Sergio Leone. Tramutare il pistolero in un
uomo di colore, seppur interpretato dal bravissimo Idris Elba, un attore che mi
piace davvero molto, è una scelta incomprensibile, che nessun fan sinora ha
capito (né perdonato). Il cambio dell’etnia, oltre che immotivato, ti espone
anche al ridicolo involontario: il pistolero, un uomo di colore, insegue l’uomo
in nero, che però è un bianco. Certo, è un bianco anche nei romanzi, veste solo
di nero, ma se nei film ti trovi con un uomo nero che insegue l’uomo in nero ma
in realtà bianco, devi prepararti a parecchie prese in giro su internet!
Secondariamente, questa scelta di comodo (un sequel al posto di un adattamento)
ti salva nel breve periodo dalle critiche dei fan, però poi ti obbliga ad una
cosa davvero difficile, ovvero dare un “vero” finale alla saga. Cosa significa?
Che i romanzi non hanno una fine? Qui mi muovo su un terreno difficile, perché il
finale della saga è qualcosa di molto importante, e devo evitare ogni possibile
spoiler. Mi limito quindi a dire che i romanzi hanno una fine, una fine che ti
lascia spiazzato come un pugno nello stomaco ma, proprio perché il film è un
sequel, non è quel tipo di fine che non lascia aperte delle porte. Non è il Signore
degli Anelli, l’anello del potere è distrutto, Sauron è sconfitto, fine. E’ un
tipo di finale che non impedisce di raccontare altre storie e il film ha colto
la palla al balzo. Questo però significa che ora toccherà ai film (non a questo
in particolare, questo è solo l’inizio del franchise al cinema) dare un finale
alla saga. E non è mica una cosa facile, soprattutto vedendo già gli errori che
sono riusciti a fare (vedi Roland). E allora? Allora chi vivrà vedrà. Intanto
io domani vado al cinema e vi attendo sul blog per la recensione. A presto.
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