Ben ritrovati. Ieri sera sono andato a vedere il film “La Torre Nera”
e, come promesso, sono qui per darvi le mie impressioni, spoiler compresi. La
prima cosa da dire è che il film mi è piaciuto. Nonostante le recensioni non
proprio lusinghiere che ho avuto l’occasione di leggere, alla fine della fiera
mi sono divertito e tanto basta. Non è un film che resterà negli annali di
Hollywood, non spicca neppure fra tutti i film tratti dai libri di Stephen King
ma non è quel disastro che si legge online. La sua breve durata (appena un’ora
e mezzo) tiene il film concentrato sulle cose importanti, sui personaggi e le
loro vicende, senza digressioni e perdite di tempo. Per alcuni, il breve
minutaggio è un sintomo di qualcosa che non va, la gente è abituata a film da
due ore, due ore e mezza ma, tanto per dire, i celebrati film degli anni ’80 (che
Hollywood tenta di spremere con remake e reboot) raramente duravano così tanto,
limitandosi ai classici 90 minuti.
Per quanto riguarda la trama, il film segue più o meno la scia
indicata nel trailer: Jack ha sogni e visioni del pistolero, dell’uomo in nero
e della torre. E’ indeciso se crederci o meno finché gli sgherri dell’uomo in
nero non lo vengono a cercare. Jack fugge, entra in una casa stregata e li
trova un tecnologico portale che lo porta nel medio mondo. Qui incontra Roland,
che inizialmente lo prende per un trucco dell’uomo in nero per fargli abbassare
la guardia ma non è così: Roland si convince della sincerità di Jack e per il
suo tramite vorrebbe riuscire a mettere le mani sull’uomo in nero. A differenza
dei romanzi, nel film Roland non è in cerca della torre, tutto ciò che vuole è
uccidere Walter, l’uomo in nero, per vendicare la morte di suo padre. Jack e
Roland raggiungono un villaggio che custodisce un antico portale. Una veggente
locale rivela a Roland che Jack ha poteri psichici incredibili e proprio per
questo diventa un bersaglio dell’uomo in nero. Walter vuole distruggere la
torre nera e per farlo ha bisogno del potenziale psichico di ragazzi dotati.
Fino ad ora è solo riuscito a danneggiare la torre ma se avesse il potere di
Jack a disposizione, potrebbe distruggerla. Gli sgherri di Walter attaccano il
villaggio ma Roland riesce a proteggere il ragazzo e, insieme a Jack, varca il
portale arrivando così sulla terra. Roland soffre per i postumi di una ferita
alla spalla ma le medicine moderne della terra lo rimettono in sesto. Jack
scopre che l’uomo in nero ha ucciso sua madre e il suo patrigno e brucia di
rabbia e dolore. Le lacrime di Jack smuovono il cuore di Roland, che decide di
abbracciare il suo ruolo di pistolero non (solo) per vendetta ma per difendere
la torre, la cui distruzione trascinerebbe tutti gli universi nelle tenebre. L’uomo
in nero riesce a rapire Jack e lo porta nel medio mondo, nella fortezza da cui
scaglia gli attacchi alla torre. Roland fa strage dei suoi servi sulla terra,
attiva un portale per il medio mondo e ha infine il suo faccia a faccia con
Walter. Roland dimostra la sua incredibile bravura con le pistole ma la stregoneria
di Water sembra superiore: Roland è a terra indifeso ma Jack riesce a
trasmettergli la forza e il coraggio per un ultimo attacco. Roland fa fuoco due
volte in rapida successione, il secondo proiettile devia la traiettoria del
primo, sorprendendo l’uomo in nero che cade a terra morto (ma sarà vero?).
Roland distrugge la fortezza di Walter e torna sulla terra con Jack: la torre
nera è finalmente al sicuro. Dopo un hot-dog in compagnia, Roland propone a
Jack di tornare nel medio mondo insieme a lui, si è dimostrato in gamba e sulla
terra, ormai, Jack non ha più nessuno. Il ragazza accetta felice e termina il
film.
La trama del film non centra granché con quella dei romanzi, ma questo
era ampiamente prevedibile. Come ho già detto nel precedente articolo,
questo film è un sequel, nonché solo il primo atto di un potenziale franchise.
Eviterò quindi ogni commento in proposito, non avrebbe senso. Più interessante
è analizzare cosa il film decide di mostrare, di raccontare e se i personaggi
proposti siano più o meno in linea con quelli del romanzo. Il film non è la
versione di uno dei libri della saga, ma mostra luoghi ed eventi tratti da più
libri contemporaneamente. La fortezza dell’uomo in nero, dove vengono tenuti i
ragazzi speciali e da dove vengono lanciati gli attacchi psichici alla torre è
il campo di prigionia Devar-Toi, anche noto come Algul Siento o Blue Heaven di
cui si parla nel 5° libro e che viene attaccato da Roland e dai suoi compagni
nel 7°. Gli sgherri dell’uomo in nero sono i Can-Toi, creature non umane che si
celano sotto maschere di pelle, come si vede chiaramente anche nel film. Nei
libri sono noti anche come “uomini bassi in cappotti gialli” e il film ha cura
di mostrarceli anche in questa versione. Walter è il braccio destro del Re
Rosso: nel film non viene detto ma si vedono i graffiti sui muri di New York
che inneggiano al Re Rosso, esattamente come nei romanzi, segno che nel
proseguo della saga verrà anche il suo momento. L’onore dei pistoleri ed il
loro codice di comportamento è un punto centrale del film tanto quanto dei
romanzi: il Roland cinematografico sembra inizialmente muoversi unicamente per
vendetta, vuole uccidere l’uomo in nero perché lui ha ucciso suo padre, non per
difendere la torre. Ma nel corso del film Jack riesce a ridare cuore e onore a
Roland anche se, a dire il vero, non lo aveva mai abbandonato, dato che da
subito ha cercato di proteggere e salvare Jack da ogni pericolo. Quando recita
insieme al ragazzo il mantra del pistolero, Roland è finalmente pronto ad
adempiere ai suoi compiti di protettore della torre. Lo scontro con gli sgherri
dell’uomo in nero si ispira probabilmente alla sparatoria del 2° libro, anche
se li erano presenti altri personaggi. La ferita alla spalla e la conseguente
setticemia, curata soltanto dalle medicine della terra, ripresenta la stessa
situazione che Roland ha affrontato nel corso del 2° libro (con la differenza
che qui la ferita era alla mano). Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è che
il film tiene conto della tecnologia perduta del medio mondo e degli uomini
bassi, mostrando portali tecnologici e non magici, come avrebbe potuto fare un
adattamento più facilone (ma errato).
Veniamo ora alle differenze. Di Roland ho già detto, la sua motivazione
iniziale è la vendetta, non la protezione della torre ma nel corso del film le
cose cambiano in maniera naturale e per un sequel questa differenza ci può
stare. Walter, l’uomo in nero, viene mostrato come un agente del male, le sue
parole mutano il comportamento della gente, spingendole al suicido o ad altre
azioni orribili. Rispetto ai romanzi, Walter dimostra anche poteri più “combattivi”,
quando ferma i proiettili con le mani, quando usa la telecinesi sugli oggetti o
quando semplicemente infiamma la sua mano per bruciare le persone. Non ricordo
che nei romanzi abbia mai fatto cose simili ma l’uomo in nero è essenzialmente
un mistero e come agente del male può fare come gli pare. Per essere il nemico
di Roland, deve disporre di incredibili poteri, altrimenti sarebbe già stato ucciso
da molto tempo. La differenza maggiore, quindi, tocca a Jack, che nel film
viene dotato di poteri psichici rilevanti. Oltre ad avere visioni, Jack
distrugge il demone guardiano della casa semplicemente con la forza della mente
e nel finale del film riesce a tenere aperto il portale fra la terra e il medio
mondo che permette a Roland di raggiungerlo. Nei libri era solo un ragazzo
molto in gamba, un futuro pistolero (cosa che potrebbe ancora diventare nei
futuri film) ma non uno psionico.
Per essere un film che deve aprire un franchise, il
finale è abbastanza anomalo. Roland uccide l’uomo in nero, distrugge la sua
fortezza, salva la torre e se ne va via con Jack. Sappiamo che ci sarà un
seguito, deve esserci, lo dicono i libri, lo dicono i produttori ed il regista,
ma il film cosa dice? Anche se il finale sembra molto definitivo, se analizziamo
con attenzione il film scopriamo che ci sono degli agganci per il futuro. Gli
accenni al Re Rosso non possono essere stati messi li per caso, anche se l’uomo
in nero è stato sconfitto, il suo signore è pronto a prenderne il posto. Roland
chiede a Jack di seguirlo, perché potrebbe ancora aver bisogno di lui, segno
che la lotta con le tenebre non è finita. “Finché ci sarà oscurità nel mondo la
torre non sarà al sicuro”, questa frase viene detta espressamente in un paio di
occasioni, vorrà pur dire qualcosa. Per finire, siamo davvero sicuri che l’uomo
in nero sia davvero morto? Walter è uno stregone, ha poteri incredibili, e
poteri ancora più oscuri ha il suo signore, il Re Rosso. Sono certo che per l’uomo
in nero questo film non sia la fine, ma solo una temporanea sconfitta.
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