Torno a questi lidi dopo una
lunga assenza per parlarvi di “Animali fantastici e dove trovarli”, primo film
di una serie di cinque spin-off della saga magica di Harry Potter. Il titolo
del film prende spunto da due libri con identico nome: quello (immaginario)
utilizzato da Harry Potter nel suo periodo di studi ad Hogwarts, l’altro,
reale, scritto dalla Rowling per beneficienza. Recentemente l’universo di Harry
Potter si è trovato di nuovo al centro dell’attenzione mondiale con l’uscita
del testo dello spettacolo teatrale “Harry Potter e la maledizione dell’erede”,
spacciato dai media come una sorta di 8° libro della serie, sebbene non lo sia
affatto. La pièce teatrale è ambientata 19 anni dopo la fine dei romanzi e non
è stata scritta direttamente dalla Rowling, seppur sciaguratamente avallata.
Dico sciaguratamente perché questa nuova storia di Harry Potter è una roba
oscena, che contraddice apertamente diversi capisaldi dei vecchi romanzi. In
ogni caso, il mondo di Harry Potter è tornato prepotentemente sotto i
riflettori e, con l’uscita di questo film, è destinato a rimanerci ancora
parecchio tempo. E’ chiaro che la nuova serie di film nasce con l’unico scopo
di capitalizzare il successo di Harry Potter, in parole povere: fare soldi! Non
che i film precedenti li avessero fatti per beneficienza ma, almeno, erano
tratti da un’opera letteraria di tutto rispetto, anche commerciale, perché no,
ma assolutamente valida e profonda per tematiche e contenuti. Questo nuovo film
non ha dietro di se assolutamente nulla e, sebbene scritto e sceneggiato dalla
Rowling in persona, il risultato è più in linea con i film della saga che non
con i romanzi. Ho sempre trovato i film abbastanza deboli, deludenti nel
mettere in scena quegli eventi che invece adoravo nei romanzi. Il fatto, poi, che
il regista di questo film sia David Yates, lo stesso degli ultimi 4 film di
Harry Potter, conferma l’unità stilistica fra questi e il nuovo film, ma anche
tutte le critiche che gli si possono muovere.
Veniamo dunque al film (tranquilli, niente spoiler). La trama è
abbastanza esile: il mago Newt Scamandar arriva a New York con una valigia
piena di creature magiche. Ovviamente alcune scappano (complice anche uno
scambio di valigie con il babbano Jacob Kowalski) e per metà del film il mago,
insieme Jacob ed altri, tenta di riacciuffarle. Questa parte è in assoluto la più noiosa, roba così soporifera che ho rischiato di addormentarmi al
cinema. Per fortuna il film non è tutto qua, c’è anche una trama parallela che
vede una pericolosa creatura, l’Obscurus, seminare morte e devastazione per New
York. L’Obscurus è un essere molto raro e pericoloso, che nasce dai bambini
maghi che cercano di trattenere e non usare la magia dentro di loro. Newt
Scamandar, i suoi amici e alleati nonché l’intero congresso magico degli USA
cercano di fermare questa potentissima creatura, la cui scia distruttiva
rischia di svelare l’esistenza dei maghi al mondo umano. Ovviamente alla fine
ci riescono e sarà proprio Scamander a salvare l’occultamento del mondo magico,
ormai gravemente compromesso dalle azioni dell’Obscurus. C’è anche tempo per un
colpo di scena molto interessante, che presenta il futuro “cattivo” di questa
serie di spin-off, un nemico ovviamente collegato con la saga di Harry Potter, che
lascia ben sperare per i seguiti. Come ho detto, la metà del film incentrata
sugli animali fantastici, la loro fuga e il loro ritrovamento, è quella che non
funziona, noiosa fino all’inverosimile. L’altra metà, con la minaccia
dell’Obscurus, è perlomeno gradevole, c’è ritmo, c’è azione e riesce a tenere
sveglio lo spettatore. Il vero difetto del film, che fa pendere l’ago della
bilancia verso la bocciatura, sono i personaggi, assolutamente mosci ed
anonimi. Il mago Newt Scamander fa la parte dell’idiota sorridente tutto il
film, non si riesce mai ad empatizzare più di tanto con lui perché di lui non ci
viene detto praticamente nulla. Ciò che gli piace, ciò che non gli piace, cosa
lo fa soffrire, cosa lo fa arrabbiare, se ha avuto qualche trauma, nel film non
c’è niente, l’unica cosa che si sa è che gli piacciono gli animali! Un po’ poco
per il protagonista che, spero, verrà messo da parte nei sequel. La
protagonista femminile, Tina Goldstein, una ex-auror, è moscia e insipida
quanto il suo corrispettivo maschile. Per tutto il film fra lei e Scamander non
c’è una singola scena che possa far presupporre un interesse amoroso o sentimentale,
ma quando si salutano e lui riparte per l’Inghilterra, ci sono i tipici
balbettii e promesse da (quasi) innamorati. Va decisamente meglio ai personaggi
secondari, come il babbano Jacob Kowalski e Queenie Goldstein, la sorella di
Tina. Sono personaggi un po’ sopra le righe, quasi delle macchiette, ma
trasudano umanità e simpatia, fanno breccia nel pubblico che si scopre a tifare
più per loro che per gli ignavi protagonisti. Riassumendo, questo “Animali
fantastici” è un film di scarso valore, il cui unico pregio è quello di
appartenere al mondo di Harry Potter. I fan più oltranzisti potranno ritenerlo
sufficiente, gli amanti del cinema o anche solo delle buone storie credo
proprio di no.
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