sabato 9 maggio 2015

Avengers: Age of Ultron




“Avengers: Age of Ultron”, il film che chiude la seconda fase dell’universo cinematografico Marvel, è finalmente uscito: da noi il 22 Aprile, negli USA il 1° Maggio. Ad oggi che scrivo, credo che chiunque di voi fosse interessato se lo sia già visto; agli eventuali ritardatari dico: attenzione, questa recensione sarà piena di spoiler.

Il film si apre all’insegna dell’azione, con gli Avengers all’assalto dell’ultima grande base dell’Hydra. Il barone Von Strucker, leader dell’Hydra (già visto nella scena post-credits di “Captain America: The Winter Soldier”) da ordine di evacuare, è impossibile fermare gli Avengers. I due gemelli potenziati, Pietro e Wanda (alias Quicksilver e Scarlet-Witch, mutanti nell’universo Marvel a fumetti), non ci stanno: Pietro tira qualche cazzotto a super velocità mentre Wanda incasina la mente di Tony Stark con i suoi ambigui poteri. Risultato: dopo essersi impadronito dello scettro di Loki, il vero obiettivo della missione, Tony decide di usare il suo potere per creare un’intelligenza artificiale in grado di proteggere il mondo da ogni minaccia esterna. Neanche il tempo di  guardarsi intorno che Ultron, così si chiama la sua creazione, diventa cattiva e decide di liberarsi dei Vendicatori (prima) e di tutto il mondo (poi). Per farlo si allea con i gemelli, desiderosi di farla pagare a Tony Stark (le sue armi, anni prima, hanno distrutto il loro paese e li ha resi orfani). I tre si recano in Sud Africa, alla ricerca di vibranio, un metallo super resistente (lo stesso dello scudo di Cap, per intendersi) che Ultron vuole utilizzare per costruirsi un corpo superiore. Gli Avengers non stanno a guardare e tentano di fermarli, ma con scarsi risultati: Wanda replica il trucco già visto all’inizio del film e incasina la mente di tutti quanti, Hulk impazzisce e Iron Man deve mettere in campo la super armatura Hulk-Buster per fermarlo. Visibilmente demoralizzati e sconfitti, gli Avengers trovano riparo a casa di Occhio di Falco che, si scopre, ha tanto di moglie e figli e passa il tempo libero ad arredare la casa. Ricaricate le batterie e incoraggiati dall’apparizione di Nick Fury, i nostri eroi tornano a scontrarsi con Ultron, che è ormai vicinissimo ad ottenere il corpo perfetto, una perfetta fusione di tessuto umano e vibranio. Wanda, però, scopre che l’obiettivo dell’androide non è soltanto quello di uccidere i Vendicatori (al quale partecipa con entusiasmo, bisogna dire), ma anche quello di distruggere l’umanità, e decide pertanto di tradirlo e schierarsi contro di lui. Gli Avengers riescono a sottrarre ad Ultron il corpo perfetto ma sono indecisi di cosa farne: Tony Stark vorrebbe attivarlo comunque e creare finalmente un’intelligenza artificiale non assassina, Capitan America è più per una soluzione “lasciamo perdere e facciamoci i cazzi nostri, hai visto come è finita l’ultima volta?”. Decide Thor, che ricompare dal nulla e usa il potere del fulmine per dare energia (e vita) all’androide, come un novello dottor Frankenstein. La Visione si anima, svolazza un po’ per la stanza, incita i Vendicatori a fermare Ultron ma soprattutto riesce ad impugnare il martello di Thor che, come sanno anche i sassi, può essere sollevato solo da chi ne è degno. Convinti della bontà dell’androide da questo sfoggio di virtù, il gruppo è pronto ad affrontare Ultron per la terza ed ultima volta. Il nostro robot genocida, nel frattempo, non se ne è stato con le mani in mano: con il vibranio residuo si è costruito un corpo più potente ma soprattutto un gigantesco reattore che ha nascosto nelle profondità della piccola città/nazione di Sokovia. Il suo piano è quello di far sollevare da terra la città, portarla in orbita, quindi scagliarla al suolo per causare un evento estintivo simile a quello che ha eliminato i dinosauri. La battaglia finale è colossale: i Vendicatori non solo devono fronteggiare orde di robot controllati da Ultron, ma anche mettere in salvo la popolazione di Sokovia. Occhio di Falco rischia di lasciarci le penne ma Quicksilver lo salva al prezzo della propria vita. Grazie all’aiuto di Nick Fury, che compare provvidenzialmente alla guida di un elivolo Shield, l’evacuazione viene completata con successo e i nostri eroi possono concentrarsi su Ultron. Visione gli toglie la capacità di spostare la sua coscienza digitale su internet e per il malvagio robot è la fine: la potenza combinata degli Avengers lo spazza via insieme alla città volante di Sokovia. Dopo la vittoria, gli eroi riprendono con le loro vite: Tony Stark lascia gli Avengers, non più interessato ad indossare l’armatura, Thor torna su Asgard dopo aver avvisato gli altri del pericolo che rappresentano le Gemme dell’Infinito e dell’essere che le sta cercando (Thanos), Bruce Banner/Hulk abbandona il gruppo già durante lo scontro, convinto di essere un pericolo per la gente, Occhio di Falco si ricongiunge alla sua famiglia mentre Cap e la Vedova Nera sono pronti a guidare una nuova squadra di Vendicatori, composta da Visione, Wanda, War Machine e Falcon. Nella scena dopo i titoli di coda appare Thanos che, impugnando il Guanto dell’Infinito, decide di scendere in campo personalmente per recuperare le Gemme dell’Infinito, per i Vendicatori si annunciano tempi duri …

Più o meno a grosse linee la storia del film è questa. E’ uno spettacolo roboante e festoso, pieno di azione, effetti speciali, scontri fra super eroi e tutto quello che in genere ci si aspetta da un film del genere. “Age of Ultron” riprende i fili sparsi delle storie dei singoli eroi e li riunisce, introducendo addirittura nuovi personaggi. Chiaramente, lo spazio dedicato ad ognuno di loro diminuisce, non c’è il tempo di approfondirne la personalità o le vicende, ma questo non è un difetto: “Age of Ultron”, come il precedente, è un film corale, tocca ai film solisti portare avanti le storie dei singoli. I nuovi personaggi (Pietro e Wanda, Visione), non avendo avuto dei film tutti loro, soffrono un po’ questa situazione ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. In ogni caso, Visione e Wanda ne escono abbastanza bene, nelle poche scene che hanno riescono a dire la loro, Pietro pare il più sacrificato ma quando tira le cuoia nel finale, confesso di essermi commosso un po’, segno che, in un modo o nell’altro, il personaggio è riuscito a colpirmi. La trama del film è abbastanza semplice, quasi banale, e ricalca un po’ il primo Avengers: gli eroi si riuniscono contro la minaccia, qualcuno cerca di dividere il gruppo, costringendoli a lottare fra di loro, quindi unione finale contro il cattivo che viene sgominato senza troppi problemi. E’ un film che non si prende troppo sul serio: non mancano le solite battutine, per quanto meno ispirate rispetto al precedente capitolo, e le conseguenze delle azioni degli eroi sul mondo sono praticamente ignorate. Tutta la devastazione causata dai loro scontri, per non tacere del fatto che lo stesso Ultron è una minaccia creata dallo stesso Stark, resta in secondo piano rispetto all’azione. Sono tutte caratteristiche comuni ai vari film Marvel, non stupiscono più di tanto e, in fondo in fondo, non impediscono il godimento del film. Il vero problema di “Age of Ultron” è nel montaggio: si passa da una scena all’altra con troppa velocità, senza che si capisca bene il perché. Joss Whedon ha girato parecchio materiale e altrettanto ne ha dovuto tagliare nel montaggio finale. Non è chiaro se sia stata una sua scelta o un’imposizione della Disney/Marvel, ma il punto è che 15 minuti in più avrebbero donato al film un equilibrio ed una chiarezza che in troppe parti gli difetta, al contrario del primo film, dove tutto era perfettamente bilanciato. Un altro grosso difetto è nel villain, Ultron. Per fare un buon film di supereroi serve un “buon” cattivo, capace di offrire motivazioni intelligenti per opporsi agli eroi e sufficientemente potente da impensierirli.  Niente di tutto ciò avviene con Ultron: il malvagio androide neppure è nato che già diventa cattivo, non si perché. I suoi piani contro gli Avengers e il mondo sono sconclusionati: prima sembra che ce l’ha solo con i Vendicatori, considerati come il braccio armato del sistema, poi però decide di sterminare tutta la razza umana. Perché? Perché si: Ultron è il cattivo e deve fare il cattivo, stop. In un pop-corn movie come questo potrei quasi (e ripeto quasi) perdonarglielo se almeno Ultron mostrasse il suo valore come nemico, se apparisse ai Vendicatori come una nemesi inarrestabile ma neppure questo avviene. Nella scena finale, appena gli eroi riescono a mettere in salvo la popolazione civile di Sokovia e hanno il tempo di concentrarsi su Ultron, il povero robot è spacciato, viene sistemato con un paio di colpi. In ogni scena in cui appare, dall’inizio alla fine del film, Ultron non riesce mai a primeggiare sugli Avengers, che riescono sempre a frustrare i suoi piani. 

Tutto considerato, “Avengers: Age of Ultron” non è malaccio. Abbagliati dal primo film, i fan si attendevano qualcosa allo stesso livello, se non superiore, ma sebbene il sequel fallisca questo obiettivo, resta comunque uno dei film Marvel più interessanti. Le scene di combattimento sono chiare, pulite, emozionanti, mentre l’azione si sposta via via su una scala sempre più esagerata, fino al cataclismatico finale. Poiché ogni film Marvel aggiunge un tassello all’universo condiviso dei supereroi, alcuni hanno criticato questo film sostenendo che in esso non accade nulla di particolare. Con l’imminente “Captain America: Civil War” in vista, molti si aspettavano che i contrasti fra Steve e Tony cominciassero già qui. A parte che i due si punzecchiano sempre e nell’occasione della nascita di Visione arrivano pure alle mani, queste critiche mi lasciano freddino. Ogni film deve avere un’unità narrativa propria, non essere un gigantesco trailer al film successivo. Se davvero questo è il modo in cui iniziano ad essere visti i film Marvel, stiamo messi male. “Age of Ultron” è il film che chiude la fase due, raccoglie i fili e li unisce in una storia grandiosa, esattamente come il primo Avengers aveva fatto con la fase uno. Il film offre diversi spunti per eventi futuri (Hulk abbandona il gruppo, la nuova formazione degli Avengers) ma ha il dovere di essere un’entità a se stante, e ci riesce benissimo. Lo stesso Whedon, intervistato, si è detto dispiaciuto di coloro che guardano il suo film soltanto alla ricerca di anticipazioni future, e che il suo scopo come regista e narratore è quello di offrire una storia con un inizio ed una fine. Io direi che non solo ci è riuscito, ma lo ha fatto pure bene. Non è all’altezza del precedente (in alcune cose) ma, come quello, riesce perfettamente a catturare lo spirito dei fumetti e a trasporlo su celluloide. E scusate se è poco!