venerdì 10 agosto 2018

Non solo Tolkien: consigli di lettura fantasy


Immaginate di essere in una libreria, come Feltrinelli o Arion. Siete alla ricerca di un nuovo libro fantasy per questa estate, qualcosa da leggere sotto l’ombrellone o in montagna. Vi dirigete allo scaffale dedicato al fantasy e vi mettete a cercare ma con disappunto scoprite che tre quarti dei ripiani sono occupati da libri di Tolkien o del Trono di Spade. E il resto? Qualche libro della regina italiana del fantasy Licia Troisi (buoni solo per accendere il fuoco), qualche titolo sconosciuto con la fascetta gialla dove si dice quanto ha venduto in un certo paese oppure che da questo libro è tratto un (pessimo) film di prossima uscita e … basta. Questa è la desolante situazione del fantasy nelle librerie italiane, pochi titoli famosi proposti in cento formati diversi (basti vedere le infinite ristampe del Trono di Spade) e poco altro. Nessuno vuole mettere in discussione mostri sacri come Tolkien o George R.R. Martin ma se uno li avesse già letti e volesse provare altro, cosa deve fare? Ci sono diverse possibilità ma quella che vi suggerisco è di leggere questo articolo (lo so, sono di parte) in cui vi consiglierò titoli fantasy meno noti al pubblico generalista ma comunque di alto livello. Questo articolo, nelle mie intenzioni, sarà il primo di molti, una rubrica a cadenza variabile dove recensire e consigliare libri fantasy diversi dai soliti titoli.


Una piccola premessa: non esistono (quasi) più libri fantasy singoli, ormai si parla sempre di saghe e questo vuol dire almeno una trilogia (se va bene). E’ sconfortante e profondamente commerciale ma questi sono i fatti. Ho cercato in lungo e in largo libri fantasy singoli ma, salvo l’eccezione di Elantris (già recensito da me qui), non ho trovato nulla quindi, miei cari lettori, sappiate sin da subito che, se volete il fantasy, dovete mettere nel conto di leggere non meno di due o tre libri per avere una storia unica.


Andiamo dunque a cominciare e lo facciamo con la saga “Terra Ignota” di Vanni Santoni. La serie si compone di due libri: “Risveglio” (2013) e “Le Figlie del Rito” (2014), più un prequel stand-alone “L’Impero del Sogno” (2017). La storia è ambientata nelle Terre Occidentali, governate da una Imperatrice che però non si vede mai nella storia. L’Imperatrice è servita da alcuni cavalieri, una sorta di tavola rotonda che però, per via di alcune vicende, viene corrotta dal male. Spinti dal Gran Maestro del Cerchio d’Acciaio, noto solo come H.H., questi malefici cavalieri iniziano una campagna di conquista su tutte le terre, portando morte e distruzione ai confini dell’Impero. Sono alla ricerca di alcuni artefatti mistici con cui celebrare un particolare rituale. Questo rituale era già stato celebrato dal precedente Gran Maestro ma si pensava non fosse riuscito e i pochi cavalieri rimasti fedeli al bene alla giustizia avevano provveduto a nascondere gli artefatti. Il rituale, che doveva servire a far rinascere l’Imperatrice dalle sue spoglie, ha invece avuto successo, ma in maniera parziale: il potere unico dell’Imperatrice è ora diviso fra quattro bambine, nate lo stesso giorno del rituale. Inutile dire che tali ragazze hanno capacità incredibili, come forza e agilità potenziate, enormi capacità magiche e curative etc. I romanzi si focalizzano in particolare su una di queste ragazze, che alla fine della storia avrà il fato del mondo nelle sue mani, Ailis. Una storia di formazione, quindi, ma non solo, innestata su uno scenario fantasy che si distacca dai cliché nordici. Terra Ignota pesca a piene mani dall’immaginario fantasy italiano e medievale, senza trascurare suggestioni dal ciclo arturiano. Pur non volendo dire altro sulla storia vera e propria per lasciare al lettore il gusto di scoprirla, posso assicurarvi che non mancano epiche battaglie e colpi di scena. L’intreccio narrativo si mantiene vivace in entrambi i libri; il finale, invece, risulta un po’ affrettato, forse troppo aperto; sarebbe bello se Santoni decidesse di riprenderne il filo. A dir la verità, l’autore è tornato sulla saga ma non per andare avanti, bensì indietro, con un prequel che racconta le origini dell’Imperatrice. “L’Impero del Sogno” è un libro molto interessante ma il suo collegamento con la saga principale è labile, senza considerare che si tratta di un urban fantasy (ambientato nell’Italia del 1997), quindi decisamente distante dalle atmosfere di Terra Ignota. Mi sento di consigliarvelo perché è un ottimo libro ma se state cercando un fantasy tradizionale o connessioni con la storia degli altri due potete anche lasciar perdere. Se decidete di leggerlo, fatelo dopo Terra Ignota, solo così vi saranno chiari i pochi collegamenti. 


Passiamo adesso ad un’altra saga, la trilogia di Mistborn di Brandon Sanderson. E’ composta dai romanzi “L’Ultimo Impero” (2006), “Il Pozzo dell’Ascensione” (2007) e “Il Campione delle Ere” (2008). Il primo romanzo è quasi autoconclusivo, poiché risolve completamente la storia presentata. Se decidete di proseguire, dovrete farlo fino alla fine, perché sebbene anche il secondo romanzo riesca a chiudere la trama, lascia però in sospeso diverse questioni che un lettore con un minimo di curiosità non può che cominciare subito a leggere il terzo. Per vostra fortuna non c’è solo la curiosità a portarvi avanti perché la saga di Mistborn è davvero spettacolare. E’ ambientata nell’ultimo impero, un regno governato da un monarca ritenuto immortale da oltre 1000 anni, quando il Lord Reggente (così si chiama) sconfisse un antico male e salvò il mondo, ottenendo poteri straordinari. Purtroppo il Lord Reggente è anche un sanguinario tiranno e governa con pugno di ferro: da una parte ci sono i nobili, dall’altra gli skaa, gli schiavi, obbligati a lavorare nelle piantagioni o nelle miniere, sfruttati come bestie ed uccisi se solo osano guardare storto i loro signori. Anche i nobili però devono essere messi in riga, per fare questo ci sono gli Stipulatori, direttamente alle dipendenze del Lord Reggente, il loro scopo è sovrintendere ad ogni contratto dei nobili, senza il loro avallo nessun atto ha validità legale. I più temibili servitori del Lord Reggente sono però gli Inquisitori del Culto d’Acciaio, l’unica religione ammessa nell’impero che ovviamente adora lo stesso sovrano. Gli Inquisitori sono degli allomanti eccezionali, cioè una sorta di maghi in grado di ottenere potere dai metalli. L’allomanzia consiste nell’ingerire piccole sostanze metalliche, quindi “bruciarle” all’interno dei corpi per ricavarne poteri incredibili come spingere o tirare metalli, potenziare la forza fisica e la rigenerazione, percepire fonti di metallo, sopprimere o intensificare emozioni e addirittura prevedere le mosse del nemico guardando nel suo futuro. Gli Inquisitori sono molto potenti ma non sono nulla in confronto al Lord Reggente, che è certamente l’allomante più potente del mondo, la sua presenza è in grado di generare paura e rispetto divino, schiacciando a terra persino il più coraggioso, togliendo subito ad ogni esercito la capacità di combattere. I poteri allomantici sono rari e posseduti solo dai nobili; per evitare che si diffondano fra gli skaa, le crudeli leggi dell’impero impongono ai nobili di uccidere le concubine skaa con cui intrattengono rapporti sessuali. Ogni tanto qualche skaa sfugge a questa sorte e i figli manifestano poteri allomantici. Protagonista della saga è Vin, una ladruncola di strada che viene reclutata da una banda di allomanti skaa, guidata da Kelsier, il cui scopo è provocare una ribellione nell’ultimo impero. Vin ha poteri allomantici ma li usa in maniera inconscia; Kelsier però se ne accorge e la prende sotto la sua ala, insegnandole ad usarli e a controllarli, facendo di lei una “mistborn” eccezionale. Il primo volume racconta la ribellione contro il Lord Reggente mentre i due seguiti sono dedicati alle conseguenze della rivolta. Per evitare spoiler mi fermo qua. I punti di forza della saga sono nei personaggi, nella loro vivida caratterizzazione, nell’ambientazione e nella stessa allomanzia. I mistborn hanno poteri eccezionali, da soli possono vincere decine di persone e i combattimenti fra di loro sono alla stregua di quelli fra super eroi. Nei fantasy ci sono sempre combattimenti ma è difficile trovare autori che sappiano descriverli bene, senza scadere nel generico. Brandon Sanderson li descrive con minuzia, facendo sentire al lettore ogni colpo, ogni mossa, ogni tattica volta a surclassare l’avversario.


Chiudo la rassegna con il romanzo di esordio di Nicholas Eames “I Guerrieri di Wyld: l’orda delle tenebre” (2017), pubblicato in Italia dall’editore Nord. Lo scrittore deve conoscere parecchio i giochi di ruolo perché la loro influenza nel romanzo è nettissima, così come un certo umorismo e distacco ironico tipico dei narratori moderni. In un mondo fantasy dove le compagnie mercenarie sono venerate come rockstar, un’orda di creature malvage sta per distruggere la città di Castia. A difenderla c’è Rose, la figlia di Gabriel, l’ex capo di una banda di avventurieri molto famosa. Il tempo passa per tutti, però, e Gabriel è ora un uomo di mezza età senza arte ne parte, disperato, che chiede aiuto ai suoi vecchi compagni d’arme per salvare la figlia. Ognuno di loro è alle prese con una vita da “civile”, dopo anni di scorrerie nei dungeon contro mostri feroci ma non possono ignorare l’appello del loro vecchio comandante. Uno dopo l’altro rispondono alla chiamata, in particolare Clay Cooper, un ex guerriero in pensione, migliore amico di Gabriel. Clay non vorrebbe ributtarsi nella mischia ma anche lui ha una figlia e capisce cosa sta provando il suo amico, così non gli resta che rimettersi sulle spalle il suo fidato scudo e partire all’avventura. Non dico altro per non rovinare la trama (e perché lo sto attualmente leggendo io stesso) ma il libro è estremamente interessante e divertente; chi come me conosce e pratica i giochi di ruolo troverà inoltre ulteriori motivi per apprezzarlo. Ovviamente anche questo libro è il primo di una saga, di recente è uscito il secondo volume ma non ancora in Italia. Da quello che so, ogni libro dovrebbe concentrarsi su una diversa compagnia mercenaria, quindi possiamo sperare in libri sostanzialmente autoconclusivi.

Per adesso finisce qui, spero di avervi dato dei suggerimenti utili per qualche lettura estiva. Alla prossima.