mercoledì 9 agosto 2017

La Torre Nera (prima del film)



Ben ritrovati. Fra le poche consolazioni che ci riserva questo agosto infuocato, c’è sicuramente l’uscita del film “La Torre Nera”, ispirato alla saga letteraria di Stephen King, sulla quale ho già scritto un pezzo alcuni anni fa. C’è grande attesa per il film, anche se le prime recensioni (esce il 10 agosto da noi in Italia ma negli States è uscito il 4) non sono molto positive. Per l’occasione, ho deciso di scrivere due pezzi, uno prima della (mia) visione del film, uno successivo. Il secondo articolo sarà chiaramente la recensione vera e propria; questo pezzo che vi accingete a leggere, invece, vuole essere un aiuto alla comprensione del film per chi non ha letto la saga di King ma non solo, sarà anche una sorta di compendio: ciò che sappiamo del film e ciò che potrebbe essere. La prima parte dell’articolo si svilupperà su una serie di domande e risposte, la seconda parte riprenderà tutti i fili in sospeso e analizzerà ciò che già sappiamo del film. Poiché non l’ho ancora visto, non ci saranno spoiler relativi ad esso ma eviterò anche spoiler per quanto riguarda i romanzi, sia per lo stretto collegamento con il film stesso, sia per permettere ai futuri lettori di gustarsi i libri senza problemi. 


Nel trailer del film vediamo un ragazzo, Jack, sognare il pistolero, l’uomo in nero e la torre. Uno psicologo cerca di convincerlo che sono solo sogni ma Jack scopre che non è così, oltrepassa una soglia mistica e finisce in un altro mondo, una terra desolata, distrutta da qualche conflitto sconosciuto. Jack incontra Roland, il pistolero e scopre che anche l’uomo in nero dei suoi sogni esiste davvero. Fra i due sembra esserci uno stato di guerra, con la torre come posta in palio. Se l’uomo in nero riuscirà a distruggerla, spiega Roland a Jack, i mondi verranno distrutti e si libererà l’inferno. Roland sembra un tizio che ne ha passate tante, si vede soprattutto dal fatto che il suo mondo è distrutto e lui non è riuscito ad impedirlo ma Jack lo convince a non gettare la spugna: esistono altri mondi ancora integri, come la terra da cui viene Jack, mondi che potrebbero subire un orribile fato se l’uomo in nero riuscirà a distruggere la torre. Roland decide di seguire Jack sulla terra e li di dare battaglia all’uomo in nero, forse per l’ultima volta. Il resto del trailer è pieno di sparatorie che mostrano l’incredibile bravura di Roland con le pistole, nonché alcuni poteri magici dell’uomo in nero. E’ un buon trailer, che dosa azione e mistero; forse rivela un po’ troppo sulla struttura della storia del film ma è un peccato veniale. Limitandomi a ciò che mostra il trailer, ecco alcune informazioni riguardanti i personaggi e l’ambientazione, informazioni il cui scopo è mettere maggiormente a suo agio il futuro spettatore del film.


Dove è ambientato il film? Jack proviene chiaramente dalla terra ma Roland (e l’uomo in nero) non sono di queste parti, provengono da un posto chiamato Medio-mondo. Il Medio-mondo è un luogo desolato, quasi spopolato, il cui livello tecnologico e culturale è simile a quello del vecchio west. In origine non era così, ma una serie di guerre l’ha portato sull’orlo dell’annientamento. Nel Medio-mondo, inoltre, la magia e il soprannaturale sono più evidenti rispetto alla terra, oltre che comunemente accettati. Nel Medio-mondo, infine, si trova la Torre Nera, che è l’obiettivo sia del pistolero che dell’uomo in nero.


Cosa è la Torre Nera? La torre nera è un nexus, il fulcro del multiverso, la ruota sui cui raggi sono impilate tutte le terre che esistono. La torre nera si estende su ogni terra ma solo nel Medio-mondo è accessibile fisicamente. Se la torre venisse distrutta, cadrebbe il perno che regge l’intero multiverso, con delle conseguenze sicuramente orribili per tutti i mondi, sebbene non chiaramente esplicitate. La torre nera, più in generale, è un mistero, perché nessuno sa cosa si cela al suo interno, è nota solo la sua funzione. Roland vuole raggiungere la torre per salvare il suo mondo (il Medio-mondo), l’uomo nero per distruggerla.


Chi è Roland? Cosa significa che è l’ultimo pistolero? Anche se il Medio-mondo è attualmente una terra desolata, un tempo non era così. Civiltà e giustizia risiedevano nella baronia di Gilead, guidata con pugno sicuro dalla stirpe dei pistoleri. Stephen King li definisce come una combinazione di cavalieri erranti e sceriffi del vecchio west, il che è una buona approssimazione, ma i pistoleri sono molto di più: guardiani della pace, messaggeri, diplomatici, spie, giustizieri ma soprattutto uomini altamente addestrati all’uso delle pistole. Neppure i pistoleri, però, sono riusciti ad impedire la distruzione di Gilead e la rovina del loro mondo. Roland Deschain è l’ultimo pistolero rimasto nel Medio-mondo, l’ultimo sopravvissuto e il suo scopo (perlomeno nei libri) è raggiungere la torre nera nella speranza di salvare ciò che resta della sua terra.


Chi è l’uomo in nero? Ogni eroe necessita di una nemesi di pari livello: il grande nemico di Roland è l’uomo in nero. Il suo vero nome è Walter, è uno stregone ed è capace di spostarsi fra i mondi. In ogni mondo assume una diversa identità (ad esempio quella di Randall Flagg, nel romanzo “L’ombra dello scorpione”) ma sempre identica è la sua propensione al male e alla distruzione. Roland ebbe a che fare con lui sin dalla giovinezza, quando Walter, sotto falso nome, cospirò per indebolire il potere di suo padre Stephen, capo dei pistoleri di Gilead. Sempre lui, l’uomo in nero, è responsabile (insieme ad altri) delle guerre che hanno insanguinato e distrutto il Medio-mondo, il che basta e avanza per fare di lui e di Roland nemici mortali. Nei libri si scopre che l’uomo in nero, seppur potente, non è che il braccio destro di una entità ancora più potente e malevola, il Re Rosso, ma è ancora presto per sapere se nel film ci sarà questa rivelazione.


Chi è Jake? Un ragazzo che si trova coinvolto in qualcosa di più grande di lui o un futuro pistolero? Nel trailer Jake è un ragazzo con delle visioni, che raggiunge il Medio-mondo e convince Roland a lottare un’ultima volta contro l’uomo in nero. Nei romanzi Jake diventa un pistolero sotto la guida di Roland, aiutandolo nella sua ricerca della torre nera. Non è l’unico, Roland otterrà l’aiuto di altre persone ma queste non compaiono nel trailer (e nel film, una cosa che già si sa) per cui è inutile dire di più. Nei romanzi, Jake conosce Roland in maniera molto diversa, ma soprattutto non è lui il motore della storia, Roland è già impegnato nella sua ricerca della torre quando incontra Jake. Ci sono sempre differenze tra film e romanzi, niente di nuovo sotto il sole, comunque l’importanza di Jake è un punto fermo di entrambe le storie.


Fin qui abbiamo analizzato ciò che si è visto nel trailer, con l’aggiunta di informazioni extra tratte dai romanzi per definire meglio il contesto. Cosa altro sappiamo del film? Innanzitutto il film non è una riduzione dell’intera saga né di uno dei romanzi in particolare: è il punto di avvio di un franchise che vorrebbe svilupparsi tramite altri film e serie televisive, un esperimento interessante ed innovativo. Se il film otterrà il successo sperato, dovrebbe vedere la luce una serie televisiva ispirata all’adolescenza di Roland, che immagino seguirà le vicende del quarto libro della saga, dove Roland racconta ai suoi compagni il suo passato. La saga potrebbe quindi continuare con altri film portando avanti la lotta contro l’uomo in nero, il Re Rosso e la ricerca della torre nera. La seconda cosa da tenere a mente è che il film (e ciò che seguirà) non vuole essere un adattamento della saga letteraria, quanto piuttosto il suo sequel. Questa scelta è contemporaneamente una furbata e una “paraculata”, come si dice a Roma. Annunciando di voler fare un sequel e non un adattamento, ti metti al riparo da ogni critica circa la fedeltà ai romanzi. In questi ultimi anni, alla ricerca di nuove idee, Hollywood ha tentato di portare al cinema storie tratte da libri e fumetti. Ciò ha immancabilmente portato i fan a fare continue critiche sulle modalità di adattamento: gli oltranzisti non accettano nessuna modifica, i possibilisti ammettono modifiche minori su quelle cose che proprio non possono funzionare al cinema (già, ma chi decide quali sono?) e poi ci sono i fan dell’ultima ora a cui va bene tutto, essendo saliti a bordo del carro solo con la visione del film, spesso asserendo una superiorità del film al materiale originario. Come trasformare un romanzo (o un fumetto) in un film e come farlo al meglio mi porterebbe su una via impervia che non ho alcuna intenzione di prendere e a quanto pare non l’hanno voluto fare neppure i produttore de “La Torre Nera”. Stabilendo di fare un sequel, hanno eliminato alla base ogni critica di questo tipo, nessuno potrebbe obiettare che “nei romanzi quella tal cosa non va così ma invece va cosà”, è un sequel, le cose possono andare come gli pare, il materiale originario viene utilizzato solamente come fonte di ispirazione. Una mossa furba, dicevo, ma anche un po’ “paracula”. Perché? Innanzitutto, anche se fai un sequel, certe cose dovrebbero restare il più possibile identiche ai romanzi, ad esempio l’ambientazione e alcune caratteristiche dei personaggi. Posso accettare che gli eventi siano diversi, ma non i personaggi e le loro motivazioni, altrimenti non è un sequel. Non vorrei che i produttori, annunciando di voler fare un sequel, pensino di avere le mani libere per fare come gli pare. Ne è un esempio il cambio dell’etnia del personaggio principale. Roland Deschain, secondo la descrizione del romanzo, è (quasi) la copia sputata di Clint Eastwood, con la differenza dei capelli scuri. Non c’è da stupirsene, dato che Stephen King ha iniziato a scrivere i romanzi dopo aver visto “Il buono, il brutto e il cattivo” e ha modellato il suo eroe sul pistolero senza nome del film di Sergio Leone. Tramutare il pistolero in un uomo di colore, seppur interpretato dal bravissimo Idris Elba, un attore che mi piace davvero molto, è una scelta incomprensibile, che nessun fan sinora ha capito (né perdonato). Il cambio dell’etnia, oltre che immotivato, ti espone anche al ridicolo involontario: il pistolero, un uomo di colore, insegue l’uomo in nero, che però è un bianco. Certo, è un bianco anche nei romanzi, veste solo di nero, ma se nei film ti trovi con un uomo nero che insegue l’uomo in nero ma in realtà bianco, devi prepararti a parecchie prese in giro su internet! Secondariamente, questa scelta di comodo (un sequel al posto di un adattamento) ti salva nel breve periodo dalle critiche dei fan, però poi ti obbliga ad una cosa davvero difficile, ovvero dare un “vero” finale alla saga. Cosa significa? Che i romanzi non hanno una fine? Qui mi muovo su un terreno difficile, perché il finale della saga è qualcosa di molto importante, e devo evitare ogni possibile spoiler. Mi limito quindi a dire che i romanzi hanno una fine, una fine che ti lascia spiazzato come un pugno nello stomaco ma, proprio perché il film è un sequel, non è quel tipo di fine che non lascia aperte delle porte. Non è il Signore degli Anelli, l’anello del potere è distrutto, Sauron è sconfitto, fine. E’ un tipo di finale che non impedisce di raccontare altre storie e il film ha colto la palla al balzo. Questo però significa che ora toccherà ai film (non a questo in particolare, questo è solo l’inizio del franchise al cinema) dare un finale alla saga. E non è mica una cosa facile, soprattutto vedendo già gli errori che sono riusciti a fare (vedi Roland). E allora? Allora chi vivrà vedrà. Intanto io domani vado al cinema e vi attendo sul blog per la recensione. A presto.

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