lunedì 7 gennaio 2013

Stormbringer





Per questo primo articolo del 2013 rimaniamo in ambito fantasy, con un altro gioco di ruolo davvero vintage: Stormbringer! Pubblicato in Italia nel lontano 1993 grazie alla Stratelibri, Stormbringer è ambientato nel mondo fantasy creato da Michael Moorcock. Il protagonista della saga, il principe stregone Elric di Melnibonè, armato della sua spada demoniaca Stormbringer, da cui prende nome il gioco, si troverà ad essere l’ago della bilancia di un epico conflitto fra gli dei della Legge e del Caos. La storia di Elric si dipana in più libri, scritti a cavallo fra gli anni 60 e 70, ed è un esempio di narrativa heroic fantasy, con la particolarità che il protagonista, invece del classico barbaro nerboruto, è un debole albino e per giunta stregone. Oltre a questa (allora inedita) inversione dei canoni, Moorcock ebbe anche l’onore di introdurre per primo determinati concetti nel genere fantasy, come ad esempio il conflitto fra Legge e Caos, che verrà in seguito ripreso in svariati giochi di ruolo, come D&D, ma soprattutto Warhammer.

Stormbringer, come il Richiamo di Cthulhu e gli altri giochi della Chaosium, utilizza il Basic, regolamento che usa il dado a 100 facce per la risoluzione delle azioni. Oltre ad essere semplice e facile da imparare, questo sistema dimostra anche la sua duttilità, adattandosi egregiamente anche al genere fantasy. In particolare, l’elevata mortalità del suo sistema di danni e ferite si accorda in maniera naturale al tono violento e realistico dei romanzi di Moorcock. La generazione del personaggio è descritta in poche e semplici pagine, e la casualità del dado la fa da padrona. Oltre a determinare le varie caratteristiche base, in questo gioco persino la scelta della razza e della classe è affidata ai dadi. Se avrete fortuna potrete essere di razza melniboneana (come Elric), e magari un guerriero stregone; al contrario, se i dadi vi fossero avversi, potrebbe capitarvi di essere degli umani appena poco più evoluti delle bestie, o forse un mendicante cencioso. Suggerisco ai master di avere pietà dei giocatori in questi casi, e permettere loro di rilanciare i dadi.

Il regolamento di Stormbringer non è caratterizzato solo da un forte elemento casuale in sede di generazione del personaggio, ma anche da un sistema magico molto originale. Nella saga di Elric non esistono i classici maghi fantasy che volano o lanciano palle di fuoco; gli stregoni dei Regni Giovani, invece, vincolano al loro volere creature di altri piani dimensionali, come demoni ed elementali, e ne sfruttano i poteri. Un mago che voglia viaggiare istantaneamente fra due luoghi molto distanti non è in grado di farlo da solo, ma deve invece evocare una creatura in grado di farlo e sottometterla alla sua volontà: solo a quel punto lo stregone avrà raggiunto il suo scopo. In combattimento, i maghi evocano demoni che colpiscono direttamente il nemico, oppure li vincolano in una forma fisica, come un’arma. La spada di Elric, Stormbringer, è proprio un’arma del genere, un demone obbligato a servire in forma di spada. Quando un’entità viene evocata, il giocatore può in parte decidere quali sono i suoi poteri, scegliendoli da un corposo elenco di capacità speciali, mentre spetta al master decidere sulla parte restante. 

Nel manuale americano si trovano anche i dati di gioco dei protagonisti della saga di Elric, oltre alle statistiche di diversi mostri e creature; la Stratelibri, con una mossa alquanto discutibile (e già adottata in passato con il gioco Cyberpunk), ha espunto questa parte, che è andata a costituire il manuale aggiuntivo “Creature e Personaggi”. Nonostante ciò, Stormbringer resta un gioco valido e ben fatto, adatto agli appassionati della saga di Elric e a coloro che cercano un gioco semplice, con un corpus di regole brevi e facili da utilizare; l’eccessiva casualità in sede di creazione del personaggio è probabilmente un punto a sfavore, ma è abbastanza facile intervenire per limitarne gli eccessi o, se si ritiene, abolirla del tutto. L’elevata mortalità del sistema potrebbe non piacere agli amanti di un gioco eroico in stile D&D, ma non si può dire che sia un difetto, quanto una scelta voluta per rispettare il tono dell’ambientazione.

3 commenti:

  1. Moorcock ebbe anche l’onore di introdurre per primo determinati concetti nel genere fantasy, come ad esempio il conflitto fra Legge e Caos

    Questa è una falsa credenza: Stormbringer è del 1963, 3 cuori e 3 leoni di Anderson è del 1961.

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  2. mmmm...potrei dire che alla frase che mi citi avrei dovuto aggiungere "...introdurre per primo al grande pubblico...", dato che non ho idea chi sia questo Anderson, ma sportivamente accetto la correzione :)

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  3. Poul Anderson è il primo ad apparire (anche per motivi alfabetici) nella Appendix N di AD&D Prima Edizione (ovvero la lista degli autori che hanno ispirato Gygax ed Arneson nella creazione del gioco).

    Poul Anderson ha nella fattispecie ispirato:
    - buona parte del concetto di paladino (soprattutto l'evocazione del cavallo da guerra)
    - la rigenerazione del troll
    - le fazioni della Legge e del Caos (che estende in parte anche ai Nazisti ed agli Alleati tramite le parole del protagonista)
    - le swanmay (ovvero le donne-cigno scomparse dopo AD&D)
    - diversi incantesimi (come Bocca Magica e Servitore Invisibile)


    Insomma, insieme a Leiber/Vance/deCamp ed altri autori in USA ha da sempre il suo bel peso.

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